Il Travestimento Perfetto

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Il Travestimento Perfetto
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i l   t r a v e s t i m e n t o   p e r f e t t o
(un emozionante thriller psicologico di jessie hunt—libro 10)
b l a k e   p i e r c e
edizione italiana
a cura di
Annalisa Lovat
Blake Pierce

Blake Pierce è l’autore statunitense oggi campione d’incassi della serie thriller RILEY PAGE, che include diciassette. Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE che comprende quattordici libri; della serie mistery AVERY BLACK che comprende sei libri;  della serie mistery KERI LOCKE che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE che comprende cinque libri; della serie mistery KATE WISE che comprende sette libri; dell’emozionante mistery psicologico CHLOE FINE che comprende sei libri; dell’emozionante serie thriller psicologico JESSIE HUNT che comprende sette libri (e altri in arrivo); della seria thriller psicologico RAGAZZA ALLA PARI, che comprende tre libri (e altri in arrivo); della serie mistery ZOE PRIME, che comprende tre libri (e altri in arrivo); della nuova seria thriller ADELE SHARP e della nuova serio di gialli VIAGGIO IN EUROPA.

Un avido lettore e da sempre amante dei generi mistery e thriller, Blake ama avere vostre notizie, quindi sentitevi liberi di visitare il suo sito www.blakepierceauthor.com per saperne di più e restare informati.


Copyright © 2020 di Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. A eccezione di quanto consentito dall’U.S. Copyright Act del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuitao trasmessa in alcuna forma o in alcun modo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previa autorizzazione dell’autore. Questo ebook è concesso in licenza esclusivamente ad uso ludico personale. Questo ebook non può essere rivenduto né ceduto ad altre persone. Se desidera condividere questo libro con un'altra persona, la preghiamo di acquistare una copia aggiuntiva per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato, o non è stato acquistato esclusivamente per il suo personale uso, la preghiamo di restituirlo e di acquistare la sua copia personale. La ringraziamo per il suo rispetto verso il duro lavoro svolto da questo autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, imprese, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati romanzescamente. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Gromovataya, utilizzata sotto licenza da Shutterstock.com.

LIBRI DI BLAKE PIERCE

UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DELLA SERIE VIAGGIO IN EUROPA

DELITTO (E BAKLAVA) (Libro #1)

LA SERIE THRILLER DI ADELE SHARP

NON RESTA CHE MORIRE (Libro #1)

NON RESTA CHE SCAPPARE (Libro #2)

NON RESTA CHE NASCONDERSI (Libro #3)

NON RESTA CHE UCCIDERE (Libro #4)

THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)

IL VOLTO DELLA FOLLIA (Libro #4)

LA RAGAZZA ALLA PARI

QUASI SCOMPARSA (Libro #1)

QUASI PERDUTA (Libro #2)

QUASI MORTA (Libro #3)

I THRILLER PSICOLOGICI DI JESSIE HUNT

LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)

IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)

LA CASA PERFETTA (Libro #3)

IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)

LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)

IL LOOK PERFETTO (Libro #6)

LA TRESCA PERFETTA (Libro #7)

L’ALIBI PERFETTO (Libro #8)

LA VICINA PERFETTA (Libro #9)

IL TRAVESTIMENTO PERFETTO (Libro #10)

I GIALLI PSICOLOGICI DI CHLOE FINE

LA PORTA ACCANTO (Libro #1)

LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)

VICOLO CIECO (Libro #3)

UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)

RITORNA A CASA (Libro #5)

FINESTRE OSCURATE (Libro #6)

I GIALLI DI KATE WISE

SE LEI SAPESSE (Libro #1)

SE LEI VEDESSE (Libro #2)

SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)

SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)

SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)

SE LEI TEMESSE (Libro #6)

SE LEI UDISSE (Libro #7)

GLI INIZI DI RILEY PAIGE

LA PRIMA CACCIA (Libro #1)

IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)

ADESCAMENTO (Libro #3)

CATTURA (Libro #4)

PERSECUZIONE (Libro #5)

FOLGORAZIONE (Libro #6)

I MISTERI DI RILEY PAIGE

IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)

IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)

OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)

IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)

KILLER PER CASO (Libro #5)

CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)

MORTE AL COLLEGE (Libro #7)

UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)

UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)

IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)

LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)

MORTE SUI BINARI (Libro #12)

MARITI NEL MIRINO (Libro #13)

IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)

IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)

OMICIDI CASUALI (Libro #16)

IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)

UN RACCONTO BREVE DI RILEY PAIGE
UNA LEZIONE TORMENTATA

I MISTERI DI MACKENZIE WHITE

PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)

UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)

PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)

PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)

PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)

PRIMA CHE SENTA (Libro #6)

PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)

PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)

PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)

PRIMA CHE ANELI (Libro #10)

PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)

PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)

PRIMA CHE INSEGUA (Libro #13)

PRIMA CHE FACCIA DEL MALE (Libro #14)

I MISTERI DI AVERY BLACK

UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)

UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)

UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)

UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)

UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)

UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)

I MISTERI DI KERI LOCKE

TRACCE DI MORTE (Libro #1)

TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)

TRACCE DI PECCATO (Libro #3)

TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)

TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)

CAPITOLO UNO

Chastity Ronin si mise comoda sul divano.

Aveva i suoi popcorn, il suo vino bianco e il telecomando. Premette il tasto di accensione e si tirò su la coperta fino al petto mentre alla TV partiva la sigla della sua trasmissione preferita.

Le luci erano suffuse nella stanza, mentre fuori era buio pesto: l’atmosfera giusta per guardare una sitcom leggera e dimenticarsi del suo fidanzato, Brad, che non le aveva neanche telefonato. All’età di trentaquattro anni, Chastity pensava di avere appena vinto alla lotteria dopo una serie di perdenti, fannulloni, psicopatici e, in un paio di casi, sfortunate vittime di omicidi.

Però adesso Brad sembrava essersi appena rivelato un altro buco nell’acqua, dato che quella sera le aveva tirato pacco senza neanche chiamarla. Che facesse quello che gli pareva. Chastity aveva passato ben di peggio in vita sua, e poco le importava di un altro fidanzato mancato.

Stava proprio per immergersi di brutto nel suo show, quando il suo telefono suonò. Era Brad. In parte avrebbe voluto lasciare che la chiamata andasse direttamente alla segreteria, ma decise di concedergli un’altra possibilità.

“Sarà meglio che tu abbia una buona scusa,” disse senza tanti mezzi termini subito dopo aver risposto. Per diversi secondi non ci fu alcuna reazione, ma solo un rumore che assomigliava a un respiro leggermente ansante.

“Brad? Sei tu?”

“Esci,” disse una voce roca.

“Cosa?” chiese Chastity irritata.

“Esci di casa.” Era Brad, anche se la sua voce sembrava debole e tentennante. “Lui è là dentro.”

All’improvviso si sentì un forte colpo dall’altra parte della linea e contemporaneamente anche dall’atrio di casa. Chastity si alzò per andare a vedere.

“Brad,” disse sottovoce. “Piantala di prendermi in giro. Sai cosa ho passato. Non è per niente divertente.”

“Sbrigati,” gemette Brad sommessamente. “È vicino.”

Chastity era in piedi davanti al guardaroba in ingresso. Poteva sentire che la stessa voce al telefono veniva anche da dietro la porta. Senza fermarsi a pensare troppo, tirò l’anta spalancandola, ma si trovò davanti solo cappotti. Stava per richiudere l’armadio, quando notò qualcosa che si muoveva sul pavimento. Due piedi con un paio di mocassini sbucavano da sotto i cappotti e penzolavano flosci. Il rumore che aveva sentito prima doveva essere stato generato dalle suole che avevano sbattuto contro la porta del guardaroba. Chastity spostò di lato gli appendini con le giacche. Sul pavimento davanti a lei, seduto con la schiena appoggiata alla parete dell’armadio, un coltello che gli spuntava dallo stomaco e il sangue che gli scendeva dalla bocca, c’era Brad.

“Scappa,” le disse per l’ultima volta in un rantolo, poi i suoi occhi divennero vitrei e la testa gli ricadde in avanti sul petto.

Sta succedendo un’altra volta.

Chastity represse l’istinto di gridare. Se la persona che aveva fatto questo era in casa, lei doveva uscire velocemente e in silenzio. Si era già trovata in situazioni del genere e sapeva che andare nel panico era la cosa peggiore che potesse fare.

 

Prese invece la prima arma che vide – un ombrello dal guardaroba – e percorse l’atrio in direzione dell’uscita. Poi si immobilizzò.

È quello che si aspetta.

Rapidamente si voltò e tornò verso il salotto, ignorando la TV mentre si affrettava a raggiungere la porta a vetri scorrevole che dava sul cortile retrostante. Le mancavano pochi passi per arrivare ad aprire la porta, quando sentì di non essere sola nella stanza. Si girò.

In piedi nell’atrio, intento a fissarla con freddi occhi scuri attraverso i buchi di un passamontagna nero, c’era il Predone. Pensava di essersi finalmente liberata dagli orrori che le aveva inflitto. Ma si sbagliava. Era tornato.

Chastity si girò di nuovo e si lanciò verso la porta a vetri, sbloccandola e aprendola. Era quasi uscita quando lui le fu addosso, facendola ruotare perché lo guardasse, le mani che le afferravano la gola, stringendo e risucchiandole la vita.

“Dannazione, Terry,” gridò esasperata. “Quante volte ti devo dire di essere più delicato? Mi vengono subito i lividi. Non riesci proprio a fare finta di strozzarmi? Si chiama recitare, cretino!”

“Stop!” gridò una voce dall’altra parte della stanza.

Il regista sospirò pesantemente. Anton Zyskowski era un polacco sulla quarantina che stava dirigendo il suo primo film in lingua inglese dopo un discreto successo ottenuto con dei thriller nel suo Paese. Era piccolo di corporatura, con i capelli radi e spettinati e un atteggiamento riservato. Mentre le si avvicinava, Corinne Weatherly gli rivolse un sorriso maligno.

Dopotutto, parte del motivo per cui Anton era stato selezionato per dirigere quel film era che, in quanto relativo neoarrivato nel sistema hollywoodiano, era in svantaggio quando si presentavano questi momenti di attrito. In quanto star di Il predone: la rinascita, ed essendo quella che aveva dato vita a Chastity Ronin, Corinne poteva rendergli la vita molto difficile se avesse deciso di farlo. Ed era quello che aveva scelto.

“Anton,” sibilò quando le fu accanto. “Che diavolo? Devo davvero recitare con questo idiota? Questa è la terza ripresa che è riuscito a rovinare malmenandomi. Voglio dire, non possiamo dare il ruolo a un qualche ritardato muscoloso? Tanto mica gli si vede la faccia.”

“Corinne,” disse Anton con diffidenza e un inglese un po’ incerto. “Sai che Terry è importante per le scene senza maschera prima che Chastity sa che lui è assassino. Ci serve un performer forte e capace. Non sarà credibile se assassino con la maschera è un attore diverso. Il pubblico si accorgerà. Ma adesso gli dico ancora di essere delicato con tuo collo.”

Corinne reagì con totale indifferenza.

“Quante volte ha bisogno di sentirselo ricordare, l’idiota?” chiese. “Giuro che sono circondata da deficienti. Pensavo che tu fossi l’Ari Aster polacco.”

Poteva vedere con la coda dell’occhio i membri dello staff che scuotevano la testa. Dietro di lei qualcuno bofonchiò qualcosa di appena comprensibile.

“Di questo passo avremo un altro esaurimento nervoso in stile Olivet.”

Corinne ruotò su se stessa, pronta a dare una bella lavata di capo anche alla malalingua. Ma prima che potesse identificare il colpevole, Anton si fece avanti.

“Corinne, per favore…” iniziò.

“Per favore un corno,” lo interruppe lei. “Ecco cosa succederà adesso. Vado nella mia roulotte a sbollire la tensione. Tu trovi qualcun altro che mi strozzi al posto di Terry Slauson, qualcuno che non mi lasci una contusione permanente alla trachea. E se non ci riesci stasera, allora dovremo andare avanti con le riprese domani. E comunque si sta facendo tardi. E mentre ci lavori, magari puoi dire al tuo staff di tenersi per sé le loro risatine e i loro commenti, almeno fino a che non me ne vado dal set. Sarò anche una stronza, Anton, ma sono la stronza protagonista. Non dimenticartelo.”

Detto questo, se ne andò in fretta e furia dalla sala di registrazione con la sua assistente Monica che le correva dietro per tenere il passo. Corinne si voltò a guardarla con espressione derisoria.

“Forse dovresti fare un po’ più di ginnastica, Monica,” la canzonò. “Così non avresti tutto questo fiatone. E poi entreresti meglio in quei pantaloni. Sembra che tieni una fetta di pane nascosta sotto alla cintura.”

Monica non disse nulla e Corinne rimase soddisfatta. La ragazza era grassoccia, ma imparava velocemente e aveva già capito le lezioni più importanti: fai quello che ti viene detto. Tieni la bocca chiusa.

Raggiunsero la roulotte di lusso di Corinne, subito dietro allo studio 32, accanto al backlot di New York, agli Sovereign Studios. Corinne aprì la porta, entrò e si voltò a guardare Monica, alzando la mano per vietarle di entrare.

“Vai a dire ad Anton che ha dieci minuti per trovare un nuovo Predone per la scena. Dopodiché io me ne vado a casa.”

“Ma signorina Weatherly,” la implorò Monica.

“L’orologio sta andando avanti,” disse Corinne mostrandole lo schermo del telefono. Poi le sbatté semplicemente la porta in faccia.

Andò alla sedia del trucco, si sedette e fissò la propria immagine nello specchio. I suoi capelli tinti di biondo apparivano sfibrati. Sotto quella luce violenta, tutte le rughe che aveva tentato disperatamente di nascondere sembravano addirittura brillare. Aveva ancora un corpo atletico, ma era sempre più difficile mantenerlo così. Erano cinque anni ormai che resisteva all’impulso di farsi rifare. Per quanto bravo potesse essere un chirurgo plastico, quando un viso appariva sul megaschermo di un cinema, era quasi sempre facile dire chi avesse richiesto un aiutino in più. Ma forse era davvero giunto il momento anche per lei.

Molto sarebbe dipeso da questo film. Se andava bene, avrebbe potuto aspettare ancora qualche anno prima di mettersi sotto al bisturi. Se invece si fosse rivelato un flop, il suo futuro prossimo prevedeva una bella dose di limatine e risistemate qua e là. Questo genere di preoccupazioni non le erano mai passate per la testa quando era ancora la nuova e ingenua ragazzina sexy di Hollywood.

Dopo aver rotto il ghiaccio più di dieci anni fa con la commedia romantica Petali e irascibilità, aveva raggiunto la tanto ambita notorietà nel Predone, il famoso thriller-horror psico-sessuale. Il suo personaggio, Chastity Ronin, era tecnicamente una vittima, ma era anche una tipa tosta che alla fine girava le carte in tavola davanti al suo stalker assassino.

Il film era un successo sia di critica che al botteghino e, sulla scia di Petali e irascibilità, l’aveva piazzata come vera star emergente. Purtroppo il sequel aveva fatto acqua. Negli undici anni che erano passati i ruoli del film erano diventati meno intriganti, e alla fine avevano perso sostanza. Recentemente si era ridotta a presentare un gioco televisivo in prima serata con bambini di talento che fingeva di trovare adorabili.

Ma poi aveva trovato quella elusiva pepita d’oro, effettivamente con un po’ di aiuto e la pressione esercitata nel modo giusto. Era in corso un rifacimento del Predone, e la regia era stata affidata a un blasonato regista di horror europeo, Zyskowski, che calzava a pennello con lo spirito fiabesco e sofisticato dell’originale. E Corinne era tornata a recitare nella parte di Chastity. Era roba potenzialmente interessante, il genere di ruolo che poteva riposizionarla in corsa, se tutto fosse andato per il verso giusto.

Ma c’era gente come Terry Slauson che stava mandando tutto all’aria. Circondata da incompetenti e con un copione che ora stava iniziando a vedere più limitato di quello che inizialmente aveva pensato, il film non le sembrava più tanto un lancio verso il successo. E anche se le piaceva avere il controllo sulle cose, stava iniziando a chiedersi se non fosse stato un errore insistere con lo studio perché assoldassero un regista che lei avrebbe potuto comandare a bacchetta. Se questo affare non fosse andato a buon fine, si sarebbe trovata ridotta a fare film per la TV nello stile di Sharknado.

Forse avrei dovuto lasciare che scegliessero qualcuno con la forza di volontà di seguire il proprio punto di vista.

Il suo momento di riflessione introspettiva venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.

“Chi è?” chiese con tono irritato.

Quella ragazza deve tirare fuori il carattere.

Si alzò in piedi e aprì la porta della roulotte.

“Cosa c’è?”

Sembrava che Monica fosse sul punto di mettersi a piangere.

“Anton dice che per stasera abbiamo finito. Quando ha detto a Terry che non avrebbe finito la scena, lui ha lasciato il set. L’ho sentito dire qualcosa come di un reclamo da presentare mentre se ne andava.”

“Che faccia,” ribatté Corinne. “E io presenterò reclamo per come mi ha malmenata.”

Manica annuì docilmente, chiaramente non intenzionata a mettersi a discutere.

“Anton dice che non possiamo andare avanti fino a che i produttori non risolveranno…”

“Io sono un produttore,” ribatté Corinne con tono secco.

“Penso si riferisse ai produttori dello studio, i tizi dei soldi. Ad ogni modo, ha detto che per stasera abbiamo finito. Il tuo orario di inizio domattina è le nove. Spera di aver già sistemato tutto per allora.”

“Bene. Tanto ho comunque bisogno di una bella nottata di sonno.”

Monica annuì. Era evidente che voleva dire qualcos’altro, ma aveva paura di farlo.

“Sputa il rospo,” disse Corinne irritata.

“È solo che… serve che le faccia qualcos’altro per questa sera, signorina Weatherly? Speravo di poter andare in farmacia a prendere una ricetta. Chiudono tra venti minuti.”

Corinne trattenne l’impulso di fare un commento maligno sulla potenziale natura del medicinale che le serviva. Abbassando lo sguardo, vide che la ragazza stava leggermente tremando, apparentemente terrorizzata. Per un brevissimo istante, Corinne si sentì in colpa. Voleva che Monica scattasse sull’attenti davanti ai suoi ordini, ma farla tremare di paura le fece venire in mente che forse aveva un po’ esagerato.

“Vai pure,” le disse, cercando di non apparire troppo comprensiva. “Ma mi aspetto che domani arrivi qui prima di me, con il mio caffè freddo. Ormai dovresti aver capito come mi piace, no?”

“Ho l’ordinazione già pre-compilata sulla app,” le assicurò Monica.

“Bene. Mi fa piacere che tu stia imparando.” E detto questo, le chiuse la porta in faccia prima che Monica potesse risponderle.

Sospirando pesantemente, Corinne fece una rapida tappa al bagno e poi raccolse le sue cose dal letto dalla parte opposta della roulotte.

Si rese conto che avrebbe dovuto dire a Monica di portarle la macchina dal garage. Erano cinque minuti a piedi da lì. Considerò l’idea di richiamarla, ma decise di lasciar stare, dato il discorso delle medicine. Non voleva che la ragazza crollasse a causa di un qualche patetico malanno che poteva esserle capitato, e poi trovarsi i tabloid schierati addosso a dargliene la colpa.

Spense la luce principale e si voltò per spegnare uno degli specchi per il trucco. A quel punto la vide. Scritta sul vetro in caratteri cubitali con quello che sembrava proprio il suo rossetto rosso c’era una parola. Un nome, a dire il vero. Lo riconobbe immediatamente, ovviamente. Come poteva non farlo? Negli ultimi dieci anni non era passato giorno senza che pensasse a quella persona. Ma non aveva idea di come fosse arrivato lì. Lo specchio era pulito quando prima si era soffermata a controllarsi le rughe.

Corinne si guardò attorno confusa. E poi, nell’ombra alle sue spalle, scorse del movimento, qualcuno che veniva verso di lei con una corda tesa tra le mani. Prima che potesse voltarsi o reagire, sentì la corda che le si serrava attorno al collo e stringeva. Nello specchio del trucco vide che il suo aggressore indossava un passamontagna nero, proprio come quello del Predone nella scena che avevano appena girato.

Lottò per liberarsi, ma ogni movimento sembrava solo far stringere ancora di più la corda. Cercò di inspirare una boccata d’aria, ma non gliene entrò in corpo neanche un soffio. Mentre iniziava a scivolare a terra, il cuore che batteva di paura, il cervello che le esplodeva nel panico più totale, le venne in mente un pensiero strano e inaspettato: confronto a questo, il tentativo di Terry Slauson di stringerle il collo appariva quasi tenero.

Prima di avere la possibilità di riconoscere l’ironia della sua considerazione, era già morta.

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