Бесплатно

Brani inediti dei Promessi Sposi. Opere di Alessando Manzoni vol. 2 parte 2

Текст
0
Отзывы
iOSAndroidWindows Phone
Куда отправить ссылку на приложение?
Не закрывайте это окно, пока не введёте код в мобильном устройстве
ПовторитьСсылка отправлена

По требованию правообладателя эта книга недоступна для скачивания в виде файла.

Однако вы можете читать её в наших мобильных приложениях (даже без подключения к сети интернет) и онлайн на сайте ЛитРес.

Отметить прочитанной
Шрифт:Меньше АаБольше Аа

XI.
Fuga di Don Rodrigo

Ma quella dea che ha (mirabile a dirsi!) tanti occhi, quante penne, e tante lingue, quanti occhi, e (ma questo pare più naturale) tante bocche, quante lingue, e finalmente tante orecchie, quanti occhi, lingue e bocche (debb'essere una bella dea), questa ultima sorella di Ceo e di Encelado, partorita dalla Terra in un momento di collera; veloce al passo e al volo, che cammina sul suolo e nasconde il capo tra le nuvole, che vola di notte per l'ombra del cielo e della terra, nè mai vela gli occhi al sonno; e di giorno siede sui comignoli dei tetti, o su le torri, e spaventa le città, portando attorno il finto e il vero indifferentemente, costei aveva già, prima della notte, diffusa nei paesi circonvicini la storia delle avventure di quel giorno. Per fare intendere al lettore questa particolarità, abbiamo usurpato formole che, a dir vero, appartengono esclusivamente alla poesia, ma saremo scusati da coloro, i quali sanno che ad imprimere vivamente una immagine nelle fantasie il mezzo più efficace è l'allegoria, e singolarmente quella già nota e consecrata delle antiche favole: perchè quando si vuol fare immaginar bene una cosa, bisogna rappresentarne un'altra: così fatto è l'ingegno umano quando è coltivato con diligenza. Siccome però a voler cavare dalle allegorie il senso vero ed ultimo, quello che si vuol trasmettere, è necessario in ultimo pensare alle cose che le allegorie fanno intendere, così non lasceremo di dire che tutti gli abitanti del contorno, che erano convenuti quel giorno in Chiuso, tornando la sera alle case loro, raccontarono ciò che avevano veduto, ripeterono ciò che avevano inteso, commentando le circostanze che per sè non avrebbero bastato a dare idea d'un fatto compiuto, e inventarono gli episodj che erano indispensabili per dare continuità alla storia. Ma il fondo delle loro relazioni era vero; e questo fondo aveva abbondantemente di che eccitare una grande maraviglia e un grande interesse. Il Conte del Sagrato era nome d'una terribile celebrità nei contorni e assai più lontano, e una conversione tanto inaspettata e che doveva portare tanti cangiamenti, era argomento all'universale di una pia maraviglia, di esultazione, e di riconoscenza a Dio, e di nuova venerazione per l'uomo di Dio, che ne era stato lo stromento. E quello che rendeva ancor più interessante quella conversione era l'averne veduto un effetto immediato, un testimonio vivo, già tanto interessante per sè: una povera giovane restituita volontariamente dal carcere privato alla libertà e alle braccia di sua madre. Ma pei parrocchiani di Don Abbondio l'interesse era ancor più grande che per gli altri; per essi la povera giovane era Lucia, quella Lucia che avevano veduta fra loro modesta, bella, irreprensibile, allegra, che avevano pianta sommessamente smarrita, della quale si sussurravano mille notizie diverse e tutte lagrimevoli, della quale ora i suoi vicini potevano dire: l'abbiamo veduta noi oggi con Agnese andare dal Cardinale, che le voleva parlare in persona. Al mattino vegnente la fama si posò anche sul comignolo del castellotto di Don Rodrigo; ed è facile immaginarsi che la novella ch'ella portava fece sull'animo suo tutt'altro effetto che sull'animo di quella povera moltitudine. Quella Lucia, ch'egli aspettava da un giorno all'altro d'avere segretamente negli artigli, ora pubblicamente libera; sventate e divolgate ad un punto le sue trame abbominevoli, e quel suo alleato nel quale egli fidava, che con la sua cooperazione doveva dare l'autorità del terrore al fatto, e far morire il biasimo anche nelle bocche dei più arditi, ora disertato, divenuto un oggetto di fiducia per gli avversarj. Don Rodrigo si sforzava di ridere e guardava in faccia ai suoi bravi per attignere coraggio o indifferenza, ma s'accorgeva che i bravi guardavano in faccia a lui con la stessa intenzione; e per non trovare il coraggio il mezzo più sicuro è di essere in molti a cercarlo: anche quel poco che ognuno si sentiva se ne va: il Griso stesso82 era avvilito. Costoro s'erano tutti radunati nel castello come in un asilo, perchè non pareva loro di star bene in nessun altro luogo. Girando il mattino, s'erano avveduti che tirava un'aria estrania, inusitata: avevano osservata su tutti i volti una esaltazione, una risolutezza, che aveva abbattuta la loro, che veniva in gran parte dall'abitudine di mostrarla soli. Prima d'allora quando un contadino s'avveniva in uno scherano, e vedeva in lui non solo la forza sua e le armi che portava, ma tutta la potenza dei suoi compagni e del capo, passava a canto con una umile riverenza; se fosse stato insultato lo avrebbe tollerato in pace, perchè era certo che gli altri che lo avessero veduto sarebbero stati molto contenti di esserne fuori e non avrebbe avuto un ausiliario: ma ora, l'occasione di esternare un sentimento unanime aveva fatta sentire a tutti una fratellanza, una comunione d'idee e di causa; ognuno era certo che la cosa era intesa da mille come da lui; e ognuno, comunicando agli altri il suo nuovo coraggio, ne riceveva da essi, per la ragione inversa di quello che era accaduto ai bravi e a Don Rodrigo. La conversione del Conte, la liberazione di Lucia era l'argomento dei discorsi di tutti quelli che s'incontravano; la gente si fermava in crocchj a parlarne; un bravo che passasse in veduta dei crocchj aveva tutti gli occhj addosso a sè, e la espressione di tutti quegli sguardi era una, quella dell'orrore. Tutti parlavano sicuramente della pietà che avevano provata, del timore che avevano avuto per quella innocente, mettevano fuori i pensieri che avevano compressi o comunicati sotto voce alla sfuggita, e trovando una conformità agli altri, sentivano che a quei pensieri era unita una forza. La giustizia aveva trionfato, il cielo s'era manifestato per l'innocente, e questa manifestazione, che pareva una promessa d'ajuto, accresceva ancor più l'animo di tutti. Un potente scellerato aveva pubblicamente abjurata col fatto la iniquità, e l'aveva così vilipesa e indebolita nello stesso tempo. L'iniquità era conosciuta, e perdendo un protettore terribile, aveva acquistato un nemico pur terribile, un cardinale, un santo, un nobile, uno che aveva mezzi di persuasione, di forza, di autorità, di aderenze. Quello poi che rinforzava l'effetto di tutte queste considerazioni era la notizia sparsa che il Cardinale veniva a visitare anche quella parrocchia, che si fermerebbe qualche tempo nei contorni, che vi sarebbe folla d'uomini condotti dallo stesso sentimento pio, avverso alla ingiustizia. E già si diceva che il castellano di Lecco, quello spagnuolo per cui il Podestà aveva tanta stima, si disponeva ad incontrare il Cardinale, in gran pompa, coi suoi soldati: tutta la forza, tutto lo splendore era per la pietà e per la giustizia. Ognuno pensava che gli scellerati avrebbero dovuto convertirsi come il Conte, o perdersi d'animo e fuggire.

Don Rodrigo, dopo non breve esitazione, prese quest'ultimo partito. La violenza quando è assistita dalla fortuna ama a mostrarsi, ella ha con sè come un argomento della sua bontà, o della sua ragionevolezza, poichè ottiene il suo intento; ma quando è abbandonata dalla fortuna, quando non valgono altri argomenti che quelli del diritto, del senso universale della giustizia, che le mancano quando appare non solo come ingiustizia, ma come sbaglio, allora la violenza vorrebbe nascondersi anche a sè stessa. Don Rodrigo pensava che cosa mai avrebbe potuto fare di conveniente che stesse bene in quei giorni, e non trovava nulla, nemmeno un soggetto di discorso con chi venisse a visitarlo. E, d'altra parte, s'immaginava bene che nessuno sarebbe venuto. Quei signori che lo avevano adulato fin'allora, si sarebbero allora avveduti ch'egli era un ribaldo, il Podestà doveva in quei momenti far dimenticare le sue relazioni con l'uomo, che avrebbe dovuto reprimere e punire; al più il dottor Duplica83, il quale non voleva mai inimicarsi senza speranza un signore, sarebbe stato quei giorni a poltrire in letto, per potergli dire un giorno che una malattia gli aveva tolto il bene di ossequiare il signor Don Rodrigo. Questi non vedeva così distintamente tutte queste disposizioni, ma le sentiva confusamente come per istinto. D'altra parte, come condursi col Cardinale? Tutti i signori del contorno sarebbero andati a visitarlo, ed egli rimanersi solo a casa? Che direbbe lo zio del Consiglio segreto? Andare dinanzi al Cardinale, egli? gran Dio!

Ordinò dunque che tutto sì apparecchiasse pel ritorno in città, e al più presto. Quando la carrozza fu pronta, vi fece salire tre bravi: il Griso, come il più terribile84, fu posto all'avanguardia sulla serpe, tutto armato; al resto della famiglia fu dato ordine di venire a Milano l'indomani, e si partì. Dopo i primi passi, Don Rodrigo vide coi suoi occhi la via piena di viandanti che andavano in folla a Maggianico, altri per vedere il Cardinale, per assistere alla solennità: giovani, vecchi, benestanti e poveri in quantità, che sapevano di non tornare con le mani vuote. Guardò alla sfuggita e conobbe in un punto su tanti volti quale era il sentimento universale per lui: fremette, si promise di vendicarsi, ma s'accorse che la menoma dimostrazione in quel momento poteva far nascere una guerra della quale l'evento finale non sarebbe stato dubbio: dissimulò dunque, ritirò la testa nella carrozza, guardò i suoi bravi e lesse sui loro volti pallidi il desiderio di esser fuori di quella processione e lontani dal paese. Sentì un romore dietro, stette in silenzio, tendendo l'orecchio, e comprese che erano urli e fischj. Allora mormorò fra i denti: vorrei che il Griso avesse giudizio, che non mi facesse scene. Avrebbe voluto dare al Griso questo consiglio della paura, ma la paura gli comandava di non muoversi, di non farsi vedere, e stette in quella ansietà inoperosa fino a che la carrozza, giunta al punto dove la strada si divideva, imboccò quella che conduceva a Milano e si separò dalla folla che teneva a Maggianico. Don Rodrigo e i suoi scherani respirarono allora dallo spavento, ma i pensieri che rimasero a Don Rodrigo non furono molto più sereni. Il cocchiere sferzò i cavalli per allontanarsi al più presto, e tutti i viaggiatori, senza dir motto, lo lodarono in cuore e si rallegrarono sentendo che la carrozza andava velocemente, senza impedimenti, in una strada solitaria. Buon viaggio85.

 

XII.
Ritorno di Lucia al suo paese

Ma se le accoglienze dei paesani dì Lucia al Cardinale non poterono essere più clamorose, nè più calde di quelle che gli avevano fatte per tutto attorno, avevano però una espressione di una riconoscenza speciale, che Federigo potè distinguere: anzi egli intese più d'una volta nelle benedizioni che gli erano date, unito al suo nome suonare quello di Lucia. Il buon vecchio tripudiò in cuore e per quella gioja che dà sempre agli onesti il vedere l'espressione pubblica d'un sentimento onesto ed umano e perchè con un tal favore del popolo gli parve che Lucia potesse con sicurezza tornare, almeno per allora, a casa sua. Ritiratosi pertanto, come abbiam detto, nella casa di Don Abbondio, il Cardinale s'informò da lui e da qualche altro prete su lo stato delle cose per rapporto a Lucia, e potè esser certo che ogni pericolo era cessato per lei, giacchè il suo gran nimico e gli scherani di questo se n'erano iti con la coda tra le gambe, e quand'anche fossero stati sfrontati a segno di rimanere, i difensori di Lucia sarebbero stati dieci volte in numero più del bisogno. Quando ebbe questa certezza, Federigo ordinò che l'indomani di buon mattino la sua lettiga andasse a prendere Lucia e la madre, e impose all'ajutante di camera che si portassero provvigioni di vitto alla casetta delle donne, perchè le poverette e Lucia principalmente non provasse quei mancamenti e quei disagj che le avrebbero renduti increscevoli i primi momenti del ritorno, e prolungato in certo modo il sentimento amaro dell'assenza.

All'indomani, alzatosi al solito di buon mattino, attese il Cardinale alle consuete operazioni, s'intrattenne alquanto col Conte del Sagrato, il quale non aveva mancato di venire a quella stazione della visita, come negli altri giorni, poscia andò nella chiesa, come era uso. Le funzioni non erano ancora terminate, che Lucia giunse con Agnese alla soglia della casetta paterna. Agnese aveva parlato per tutta la strada; la sua gioja, pel ritorno trionfale, la gioja di ricondurre salva a casa la figlia da tanti pericoli, la gioja d'esser divenuta conoscenza di Monsignore illustrissimo, l'aspettazione dell'accoglimento che le farebbero i parenti, i conoscenti, tutti i paesani erano sentimenti espansivi e distinti che si prestavano assai bene alla sua loquacità naturale. Ma i sentimenti di Lucia erano misti, intralciati, ripugnanti: erano di quelli sui quali la mente s'appoggia con una insistenza dolorosa per distinguerli e per assoggettarli; di quei sentimenti che non cercano di esser comunicati, nè trovano ancora la parola che li rappresenti. Rivedeva ella la sua casa, quella dove aveva passati tanti anni tranquilli, che aveva tanto desiderato e sì poco sperato di rivedere, ma quella casa che non era stata per lei un asilo, quella casa dove aveva data una promessa che non credeva di poter più attenere, dove aveva tante volte fantasticato un avvenire, divenuto ora impossibile. Era terribilmente in forse di Fermo: Agnese non le aveva potuto dire se non quello ch'ella stessa sapeva confusamente; che Fermo, cioè, dopo il tumulto di Milano del giorno di San Martino, aveva dovuto fuggire dalla città e uscire dallo Stato per porsi in salvo. E quand'anche Fermo fosse tornato tranquillamente, le ansietà di Lucia si sarebbero cangiate, ma non avrebbero cessato, perchè ella non poteva più esser sua. Tremava ancora nel pensiero che Fermo potesse essere informato del suo ratto, della sua prigionia, e non sapesse esattamente com'ella aveva fuggito ogni pericolo; la poveretta, mentre aveva rinunziato a Fermo, avrebbe voluto ch'egli sapesse ch'ella era in tutta degna di lui. Avrebbe voluto che Fermo fosse informato del voto ch'ella aveva fatto, senza ch'ella glielo dicesse, che egli l'approvasse con dolore, che non pensasse mai ad altra, nè più a lei, o per meglio dire, giacchè questa non era l'idea precisa di Lucia, avrebbe voluto che Fermo facesse tutti i giorni una risoluzione di non più pensare a lei; che si fosse ben ricordato che era suo dovere di dimenticarla. L'assenza del Padre Cristoforo accresceva ed esacerbava tutti questi cordoglj: le mancava l'ajuto e il consiglio; quegli a cui ella confidava anche i mezzi pensieri, quegli le cui parole la rendevano sempre più tranquilla e più conscia di sè stessa. Quanto a Don Rodrigo, egli era messo, almeno per qualche tempo, fuori del caso di far paura, e la rimembranza di quest'uomo, trista certo e orrenda per Lucia, non accresceva però le sue inquietudini. Pensava però che Don Rodrigo sarebbe tornato e rimasto e che il Cardinale non avrebbe potuto sempre aver l'occhio sopra di lei per difenderla, e da questo pensiero deduceva la necessità di trovare qualche dimora più sicura, e sperava che il Cardinale stesso ne avrebbe tolto l'incarico.

Così, dopo d'avere abbracciata la zia, che l'accolse piangendo, Lucia la lasciò con Agnese, che se ne impadronì per raccontarle tante tante cose, e si ritirò nella sua stanza. Ivi, dopo d'aver ringraziato Dio dell'averla ricondotta quivi, oltre e contra la speranza, si mise a rivisitare tutte le sue masserizie, come per provare se potesse ricominciare la sua vita passata; ma non v'era oggetto nella casa, non v'era angolo al quale non fossero associate idee divenute dolorose e ripugnanti. Lucia prese come macchinalmente il suo arcolajo e sedette a dipanare la matassa di seta che aveva lasciata a mezzo quando Fermo venne a pigliarla per la spedizione del matrimonio clandestino.

Dopo pochi momenti ecco giungere Perpetua affannata a dire che Monsignore, tornato di chiesa, aveva chiesto se Lucia era arrivata, e che udendo di sì, aveva ordinato che fosse tosto chiamata. Il signor Curato poi, aggiunse Perpetua sottovoce, mi ha imposto di dirvi, o Lucia, che vi ricordiate del parere che vi ha dato a Chiuso: ehm? sapete? di non dir nulla di quel tale affare; Agnese, m'intendete? del matrimonio, guardatevi dal parlarne, perchè, perchè i Cardinali passano e i curati restano. Le due donne si guatarono in viso, come per dire l'una all'altra: ora mò? non siamo più in tempo. Ma Agnese, fatta una faccia tosta, disse a Lucia: certo non bisogna dir nulla; e mettendo la bocca all'orecchio di Lucia continuò: del matrimonio clandestino. Guaj, vedi, è un guajo grosso. Lucia con queste due ingiunzioni, l'una delle quali era ineseguibile, e l'altra poteva dipendere dalle domande che il Cardinale le avrebbe fatte, s'incamminò, tutta pensierosa e agitata, con le due donne, alla casa del curato. Per la via incontrarono la folla, che uscita dalla chiesa si diffondeva nel contorno; e Lucia fu accolta con acclamazioni86, e fermata ad ogni passo da saluti, fra i quali, vergognosa, con gli occhi bassi e gonfj, entrò nella casa parrocchiale, e fu tosto condotta nella stanza dov'era Federigo, il quale la ricevè con le solite precauzioni.

Dopo alcune inchieste cortesi sul suo viaggio, sul piacere ch'ella aveva provato nel rivedere la sua casa, Federigo la interrogò di nuovo sull'affare del matrimonio. Lucia dovette rispondere e raccontò tutta la faccenda fino al clandestino, dove si fermò come un cavallo che ha veduto un'ombra, e ristà con una sosta improvvisa e singolare, che non è quella solita d'allora che è giunto al termine del suo viaggio. Federigo, che s'avvide di qualche cosa, domandò a Lucia che risoluzione avesse presa ella, sua madre, lo sposo quando si videro chiusa la via a quella unione che desideravano e che chiedevano legittimamente. Agnese udendo questo, cominciò a far certi visacci a Lucia, cercando di non lasciarli scorgere al Cardinale (cosa non molto facile), e questi visacci volevano dire: rispondi: niente, abbiamo aspettato con pazienza. Lucia stava interdetta: Federigo, che vedeva tutto – l'avrebbe veduto un cieco nato – disse ad Agnese, con un contegno tranquillo e serio: Perchè non lasciate esser sincera la vostra figlia? e volto a Lucia: parlate liberamente, continuò: Dio vi ha assistita: dategli gloria con dire la verità. Lucia allora spiattellò tutta la storia del clandestino, e la narrazione divenne allora liscia, verisimile e ben congegnata.

– Avete confessata una colpa, disse tranquillamente Federigo: Dio ve la perdoni e… a chi v'ha dato una tentazione così forte di commetterla. Ma d'ora in poi, buona figliuola, e voi, buona donna, non fate più di quelle cose che non raccontereste volentieri.

Quindi passò a chiedere a Lucia dove fosse Fermo; che ora il matrimonio poteva e doveva esser tosto conchiuso.

Questo era un punto ancor più rematico. Le dirò io… cominciava Agnese, ma il Cardinale le diede un'occhiata, la quale significava, ch'egli sperava la verità più da Lucia che da lei, onde Agnese ammutì; e Lucia singhiozzando, rispose: Fermo, povero giovane, non è qui; s'è trovato in quei garbugli di Milano e ha dovuto fuggire; ma son certa ch'egli non ha fatto male, perchè era un giovane di timor di Dio.

– Ma che ha fatto in quel giorno? chiese ancora il Cardinale: quale è la sua colpa?

– Non ne sappiamo di più, rispose Lucia.

Il Cardinale, giacchè altri non v'era a cui domandare, si volse ad Agnese, la quale, rianimata, disse: Se volessi potrei inventare una storia per contentare Vossignoria illustrissima, ma sono incapace d'ingannare una gran persona, come Ella è; e non sappiamo proprio niente di più.

– Dio buono! disse il Cardinale: insidie, colpe, sciagure, incertezze, ecco il mondo dei grandi e dei piccioli. Ma voi, disse a Lucia, che pensate adunque di fare intanto?

– Io, rispose Lucia, io vedo che il Signore ha deciso altrimenti di me, che non mi vuole in quello stato, e ho messo il mio cuore in pace. E se trovassi dove vivere tranquillamente, fuor d'ogni pericolo; se potessi esser ricevuta conversa in un monastero… consecrarmi a Dio…

– Oh che furia! sclamò Agnese.

– Voi vi siete promessa, buona giovane, disse Federigo: vi siete allora risoluta a promettere senza riflessione, leggermente?

– Questo no, disse Lucia arrossando.

– Bene, disse Federigo, potrebbe ora dunque esser leggiero il ritrattarvi. Se quest'uomo fosse innocente, se potesse sposarvi, che mutamento è accaduto nelle vostre relazioni? Nessun altro che una serie di sventure ad ambedue, e non è questa una ragione per separarvi. Questo non è il momento di pigliare una risoluzione. Sospendete, fate ricerche, aspettate che Iddio vi riveli più chiaramente la sua volontà. L'asilo87 intanto ve lo troverò io.

 

Lucia fu tentata più d'una volta di rivelare il voto, ma una vergogna insuperabile la ritenne. Federigo l'assicurò che non sarebbe partito da quei contorni prima d'avere stabilito qualche cosa per lei; e dopo qualche altra parola di consolazione e di avviso la lasciò partire con Agnese88.

82Il Visconti fa in margine l'osservazione seguente: «Lascerei come una inezia questo cenno sul Griso. Ha del rettorico o per dir meglio del Tassesco: Argante, Argante stesso ad un gran urtoDi Rinaldo abbattuto appena è surto.»
83È il famoso Azzecca-garbugli, che prima chiamò Pèttola, poi Duplica. (Ed.)
84Valente. [Postilla del Visconti].
85Quest'episodio è un brano del capitolo III del tomo III. (Ed.)
86Lascerei queste righe, per dare maggiore brevità, e perchè queste acclamazioni sono cosa troppo simile alle altre in cui Lucia fu nominata plaudendo al Cardinale. [Postilla del Visconti].
87Un asilo, caro Alessandro, pare che il Cardinale voglia metterla in monastero a fare il noviziato. [Postilla del Visconti].
88È un brano del capitolo IV del tomo III. (Ed.)

Другие книги автора

Купите 3 книги одновременно и выберите четвёртую в подарок!

Чтобы воспользоваться акцией, добавьте нужные книги в корзину. Сделать это можно на странице каждой книги, либо в общем списке:

  1. Нажмите на многоточие
    рядом с книгой
  2. Выберите пункт
    «Добавить в корзину»