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QUASI PERDUTA

(LA RAGAZZA ALLA PARI — LIBRO DUE)

B L A K E P I E R C E

TRADOTTO DA

FRANCESCA FONTANA

Blake Pierce

Blake Pierce è autore bestseller secondo USA Today della serie mistery RILEY PAIGE, che include sedici libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE, che comprende tredici libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK, che comprende sei libri; della serie mistery KERI LOCKE, che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE, che comprende sei libri (e altri in arrivo); del sorprendente mistery psicologico CHLOE FINE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); dell’emozionante serie thriller psicologica JESSIE HUNT, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie thriller psicologica che vi farà stare con il fiato sospeso, LA RAGAZZA ALLA PARI, che comprende due libri (e altri in arrivo); e della serie mistery ZOE PRIME, che comprende due libri (e altri in arrivo).

Avido lettore e fan da sempre dei generi mistery e thriller, Blake adora sentire le vostre opinioni, quindi non esitate a visitare il sito www.blakepierceauthor.com per scoprire di più su questo autore e mettervi in contatto con lui.

Copyright © 2019 by Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di quanto concesso dal governo USA. Secondo la legge sul Copyright del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma o mezzo, o archiviata in un database o un sistema di raccolta, senza permesso dell'autore. Questo libro è concesso in licenza per il solo uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto o regalato ad altre persone. Se vuoi condividere questo libro con altre persone, acquista una copia supplementare per ogni ricevente. Se stai leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per il tuo solo utilizzo, ti chiediamo di restituirlo e comprarne una copia personale. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest'autore. Si tratta di un'opera di fantasia. Tutti i nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e avvenimenti sono frutto della fantasia dell'autore o usati in maniera romanzesca. Ogni riferimento a persone reali, vive o defunte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Suzanne Tucker, usata tramite licenza da Shutterstock.com.

LIBRI DI BLAKE PIERCE

THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Volume#1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Volume #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Volume #3)

LA RAGAZZA ALLA PARI

QUASI SCOMPARSA (Libro #1)

QUASI PERDUTA (Libro #2)

QUASI MORTA (Libro #3)

THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)

I THRILLER PSICOLOGICI DI JESSIE HUNT

LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)

IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)

LA CASA PERFETTA (Libro #3)

IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)

LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)

IL LOOK PERFETTO (Libro #6)

I GIALLI PSICOLOGICI DI CHLOE FINE

LA PORTA ACCANTO (Libro #1)

LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)

VICOLO CIECO (Libro #3)

UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)

RITORNA A CASA (Libro #5)

I GIALLI DI KATE WISE

SE LEI SAPESSE (Libro #1)

SE LEI VEDESSE (Libro #2)

SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)

SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)

SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)

GLI INIZI DI RILEY PAIGE

LA PRIMA CACCIA (Libro #1)

IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)

ADESCAMENTO (Libro #3)

CATTURA (Libro #4)

I MISTERI DI RILEY PAIGE

IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)

IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)

OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)

IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)

KILLER PER CASO (Libro #5)

CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)

MORTE AL COLLEGE (Libro #7)

UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)

UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)

IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)

LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)

MORTE SUI BINARI (Libro #12)

MARITI NEL MIRINO (Libro #13)

IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)

IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)

OMICIDI CASUALI (Libro #16)

IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)

UN RACCONTO BREVE DI RILEY PAIGE

UNA LEZIONE TORMENTATA

I MISTERI DI MACKENZIE WHITE

PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)

UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)

PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)

PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)

PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)

PRIMA CHE SENTA (Libro #6)

PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)

PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)

PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)

PRIMA CHE ANELI (Libro #10)

PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)

PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)

I MISTERI DI AVERY BLACK

UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)

UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)

UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)

UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)

UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)

UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)

I MISTERI DI KERI LOCKE

TRACCE DI MORTE (Libro #1)

TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)

TRACCE DI PECCATO (Libro #3)

TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)

TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)

INDICE

CAPITOLO UNO

CAPITOLO DUE

CAPITOLO TRE

CAPITOLO QUATTRO

CAPITOLO CINQUE

CAPITOLO SEI

CAPITOLO SETTE

CAPITOLO OTTO

CAPITOLO NOVE

CAPITOLO DIECI

CAPITOLO UNDICI

CAPITOLO DODICI

CAPITOLO TREDICI

CAPITOLO QUINDICI

CAPITOLO SEDICI

CAPITOLO DICIASSETTE

CAPITOLO DICIOTTO

CAPITOLO DICIANNOVE

CAPITOLO VENTI

CAPITOLO VENTUNO

CAPITOLO VENTIDUE

CAPITOLO VENTITRE

CAPITOLO VENTIQUATTRO

CAPITOLO VENTICINQUE

CAPITOLO VENTISEI

CAPITOLO VENTISETTE

CAPITOLO VENTOTTO

CAPITOLO VENTINOVE

CAPITOLO TRENTA

CAPITOLO TRENTUNO

CAPITOLO TRENTADUE

CAPITOLO TRENTATRE

CAPITOLO TRENTAQUATTRO

CAPITOLO TRENTACINQUE

CAPITOLO TRENTASEI

CAPITOLO TRENTASETTE

CAPITOLO TRENTOTTO

CAPITOLO TRENTANOVE

CAPITOLO QUARANTA

 

CAPITOLO QUARANTUNO

CAPITOLO QUARANTADUE

CAPITOLO QUARANTATRE

CAPITOLO UNO

Cassandra Vale stava facendo la lunga e lenta coda per visitare la London Eye. Dopo mezz’ora di attesa, fu finalmente abbastanza vicina da riuscire a vedere la gigantesca ruota incombere sopra di lei, con la sua arcata in acciaio che saliva verso il cielo plumbeo. La vista aerea di Londra rimaneva una della maggiori attrazioni della città, anche in quella cupa giornata di Novembre.

Cassie era da sola, mentre chiunque altro sembrava essere accompagnato da amici o famiglia. Davanti a lei c’era una giovane bionda dall’aspetto nervoso, di circa vent’anni, proprio come Cassie. Stava badando a tre ragazzini indisciplinati dai capelli scuri. Annoiati per via dell’attesa, i bambini avevano iniziato ad urlare e litigare, spintonandosi ed allontanandosi dalla fila. Stavano causando un tale scompiglio che la gente aveva cominciato a lamentarsi. L’anziano signore in fila davanti a lei si girò a fissarli.

“Potrebbe gentilmente dire ai suoi ragazzi di stare tranquilli?” chiese alla ragazza, in un esasperato tono da signorotto inglese.

“Mi dispiace tanto, farò del mio meglio”, si scusò la giovane, che sembrava essere sull’orlo delle lacrime.

Cassie aveva già capito che la giovane bionda dall’aspetto stressato era una ragazza alla pari. Osservare quella discussione la riportò con la mente direttamente alla sua stessa situazione di un mese prima. Sapeva esattamente come si sentisse impotente quella ragazza, intrappolata tra bambini ingestibili che stavano perdendo il controllo, e spettatori infastiditi che avevano iniziato a criticarla. Poteva solo andare a finire male.

Sii felice di non essere al suo posto, Cassie disse a se stessa. Tu hai la possibilità di goderti la tua libertà ed esplorare la città.

Il problema era che non si riteneva affatto libera. Si sentiva allo scoperto e vulnerabile.

Il suo ex datore di lavoro stava per essere giudicato in un processo per omicidio, e lei era l’unica persona che conosceva l’intera verità su quanto era accaduto. La cosa peggiore era il fatto che ormai lui doveva essersi reso conto che Cassie aveva distrutto alcune prove che l’uomo aveva sperato di usare contro di lei.

Il solo pensiero che lui potesse darle la caccia, la faceva star male dalla paura.

Fin dove poteva arrivare il potere di un ricco uomo disperato? Cassie aveva sperato che fosse più semplice nascondersi in una città con milioni di abitanti, ma i quotidiani francesi erano ovunque. Le prime pagine mostravano i propri titoli da tutte le edicole. La ragazza era ben cosciente dell’enorme presenza di telecamere di sicurezza, specialmente intorno alle attrazioni turistiche. E il centro di Londra era praticamente un’enorme attrazione turistica.

Alzando lo sguardo, Cassie vide un uomo dai capelli scuri in piedi sulla piattaforma, accanto alla ruota. Poco prima, le era sembrato che lui la stesse fissando, e in quel momento, l’uomo stava di nuovo guardando nella sua direzione. Cassie cercò di rassicurare se stessa, convincendosi che si trattava solo di una guardia di sicurezza, o di un poliziotto in borghese, ma quel pensiero non le diede alcun conforto. Il suo scopo era quello di evitare il più possibile la polizia, che si trattasse di agenti in borghese, detective privati, o persino ex poliziotti che avevano deciso di intraprendere una nuova carriera come delinquenti retribuiti.

Cassie si sentì raggelare il sangue nelle vene quando vide l’uomo prendere in mano il cellulare - o forse era un walkie talkie - e comunicare qualcosa in maniera urgente. L’attimo successivo lui stava saltando giù dalla piattaforma e si stava dirigendo in modo rapido e deciso proprio verso di lei.

Cassie decise di non avere affatto bisogno di una vista aerea di Londra per quel giorno. Non aveva importanza il fatto che avesse già pagato il biglietto. Aveva deciso di andarsene. Sarebbe tornata un’altra volta.

Si girò per allontanarsi, con l’intenzione di farsi largo a spintoni tra la folla il più velocemente possibile, ma vide, con orrore, che c’erano altri due poliziotti che si stavano avvicinando dalla direzione opposta.

Anche le ragazzine che erano in coda proprio dietro di lei avevano deciso di andarsene. Si erano già voltate e si stavano facendo strada tra la gente in coda, verso l’uscita. Cassie le seguì, contenta per il fatto che le stessero aprendo la strada, ma fu inondata dal panico, quando notò che i poliziotti la stavano seguendo.

“Aspetti, signora! Si fermi subito!” le gridò l’uomo alle sue spalle.

Non aveva intenzione di girarsi. Assolutamente no. Avrebbe gridato, si sarebbe aggrappata alle altre persone in fila, avrebbe implorato e supplicato e avrebbe dichiarato che avevano preso la persona sbagliata, che lei non sapeva niente di Pierre Dubois, il sospetto omicida, e che non aveva mai lavorato per lui. Avrebbe fatto qualunque cosa necessaria per sfuggire alla polizia.

Ma proprio quando si sentì pronta a combattere, l’uomo le passò accanto, sbattendole contro, e afferrò le due ragazzine che le stavano di fronte.

Le due iniziarono a urlare e lottare, proprio come aveva pianificato di fare lei. Altri due poliziotti in borghese si avvicinarono, facendosi largo tra i passanti, e afferrarono le braccia delle ragazze, mentre uno dei poliziotti in uniforme apriva i loro zaini.

Con enorme stupore, Cassie vide il poliziotto estrarre tre cellulari e due portafogli dallo zaino rosa fosforescente della ragazza più alta.

“Borseggiatori. Controllate le vostre borse, signore e signori. Vi preghiamo di comunicarci se vi manca qualcosa”, disse il poliziotto.

Cassie si afferrò la giacca, tirando un sospiro di sollievo quando sentì che il telefono era perfettamente al sicuro nella tasca interna. Poi rivolse lo sguardo verso la propria borsa, ed ebbe un colpo al cuore quando si accorse che la cerniera era aperta.

“Non ho più il portafogli”, disse. “Qualcuno me l’ha rubato”.

Facendo fatica a respirare per via dell’ansia, seguì la polizia fuori dalla fila e dietro l’angolo, verso il piccolo ufficio della sicurezza. Le due borseggiatrici erano già là ad aspettare, entrambe in lacrime, mentre la polizia svuotava i loro zaini.

“Il suo portafogli è uno tra questi, signora?” chiese il poliziotto in borghese, indicando i telefoni e i portafogli sparsi sul bancone.

“No, nessuno di loro”.

Cassie sarebbe potuta scoppiare in lacrime. Osservò mentre uno dei poliziotti apriva lo zaino, sperando di vedere il suo portafogli di pelle rovinato cadere, ma la borsa era vuota.

L’ufficiale scosse la testa, seccato.

“Se li passano lungo la fila, per farli scomparire molto rapidamente. Lei si trovava proprio di fronte alle ladruncole, quindi il suo portafogli è stato probabilmente uno dei primi che hanno rubato”.

Cassie si voltò e fissò le due ladre, con la speranza che tutto quello che provava e pensava di quelle due ragazze fosse ben visibile sul suo volto. Se non vi fosse stato un ufficiale lì con loro, le avrebbe insultate, chiedendo loro che diritto pensassero di avere di rovinarle la vita. Non stavano morendo di fame; aveva visto benissimo le loro scarpe nuove e le giacche firmate. Probabilmente lo facevano solo per provare un brivido, o per comprare alcool o droghe.

“Mi dispiace, signora”, continuò il poliziotto. “Se non le spiace attendere qualche minuto, avremmo bisogno che rilasciasse una deposizione”.

Una deposizione. Cassie sapeva che sarebbe stato un problema.

Non voleva essere al centro dell’attenzione della polizia in alcun modo. Non voleva dar loro il suo indirizzo, o dire chi fosse, o che i suoi dati fossero messi per iscritto su alcun documento ufficiale del Regno Unito.

“Vado solo a dire a mia sorella che sono qui”, mentì all’ufficiale.

“Nessun problema”.

L’uomo si girò, parlando al walkie-talkie, e Cassie uscì velocemente dall’ufficio.

Il suo portafogli ormai era perduto. Non l’avrebbe mai riavuto indietro, anche se avesse compilato un centinaio di dichiarazioni. Quindi optò per la cosa migliore che potesse fare, e cioè allontanarsi dalla London Eye, per non tornarci mai più.

Quella gita si era rivelata un totale disastro. Cassie aveva prelevato un’ingente quantità di denaro proprio quella mattina, e per via del furto aveva anche perso le sue carte di credito. Non sarebbe neanche potuta andare a ritirare soldi direttamente in banca, perché non aveva con sé alcun documento. Il suo passaporto era in albergo e non aveva il tempo di andare a prenderlo, perché si era accordata per vedersi con la sua amica Jess per pranzo, non molto distante dalla London Eye.

Mezz’ora dopo, ancora scossa per via del furto, sconvolta per l’enorme quantità di denaro che le era stata rubata, e decisamente infastidita dalla città di Londra, Cassie entrò nel pub dove aveva appuntamento con l’amica. Era giunta prima dell’ora di punta per il pranzo, e chiese alla cameriera di riservarle un tavolo mentre lei andava al bagno.

Mentre si fissava nello specchio, si lisciò i capelli ramati e provò a sorridere allegramente. L’espressione che vide non le parve familiare. Cassie era certa di aver perso peso dall’ultima volta che lei e Jess si erano viste, e, con fare critico, ritenne di sembrare troppo pallida e troppo stressata. E ciò non era solo dovuto al trauma che aveva affrontato quella mattina stessa.

Non appena uscì dal bagno, vide Jess entrare nel pub.

Jess indossava la stessa giacca che portava la prima volta che si erano incontrate, più di un mese prima, quando stavano partendo per iniziare il loro impiego come ragazze alla pari in Francia. Il solo fatto di vederla le riportò alla mente molti ricordi. Cassie si ricordò di come si fosse sentita quando si stava imbarcando. Spaventata, insicura, e con dei seri dubbi riguardo alla famiglia a cui era stata assegnata. Timori che in seguito si erano dimostrati essere del tutto fondati.

Jess invece era stata assunta da un’amorevole famiglia molto amichevole, e a Cassie sembrò molto felice.

“Che piacere rivederti”, disse Jess, abbracciandola con forza. “È bellissimo”.

“Stupendo. Ma sto passando una crisi temporanea”, confessò Cassie.

Spiegò di come fosse stata derubata poco prima.

“No! Ma è terribile! Che sfortuna che abbiano recuperato altri portafogli ma non il tuo”.

“Potresti prestarmi dei soldi per il pranzo e per il biglietto del pullman per tornare all’albergo? Non posso neanche prelevare direttamente in banca senza il passaporto. Ti faccio subito un bonifico appena riesco a collegarmi ad internet”.

“Certamente. E non è un prestito, ma un regalo. La famiglia per cui lavoro è venuta a Londra per un matrimonio, e oggi si trovano tutti a Winchester con la madre della sposa; perciò mi hanno riempito di soldi perché mi godessi Londra. Dopo pranzo voglio andare da Harrods”.

Jess gettò indietro i suoi capelli biondi, ridendo mentre divideva i soldi con Cassie.

“Ehi, ti va di farci un selfie?” suggerì, ma Cassie rifiutò.

“Non ho messo neanche un po’ di trucco”, spiegò. Jess rise e mise via il telefono.

Ovviamente, non era l’assenza di trucco il problema; Cassie stava semplicemente cercando di mantenere un basso profilo. La prima cosa che aveva fatto appena arrivata a Londra era stata quella di cambiare tutte le impostazioni dei suoi profili sui social media, per renderli totalmente privati. Alcuni dei suoi amici, armati di buone intenzioni, avrebbero potuto rivelare qualcosa, e sarebbe stato facile per chiunque ripercorrere le sue tracce. Non voleva che qualcuno potesse scoprire dove si trovava. Né il suo ex ragazzo negli Stati Uniti, né tantomeno il suo ex datore di lavoro e il suo team di legali in Francia.

Cassie pensava che sarebbe stata al sicuro una volta arrivata in Inghilterra, ma non si era resa conto di quanto ben connessa ed accessibile fosse l’intera Europa. La scelta migliore sarebbe stata quella di tornare direttamente in patria.

“Stai benissimo, hai perso peso?” le chiese Jess. “E come vanno le cose con la famiglia che ti ha assunto? Dicevi di essere preoccupata in merito”.

“Non ha funzionato, perciò non lavoro più per loro”, disse con attenzione, sorvolando sui dettagli, a cui non voleva neanche pensare.

 

“Oh, caspita. Cos’è successo?”

“I bambini si sono trasferiti nel sud della Francia, perciò non serviva più una ragazza alla pari”.

Cassie mantenne la spiegazione il più semplice possibile, sperando che una risposta poco interessante potesse scongiurare altre domande, perché l’ultima cosa che voleva era mentire alla sua amica.

“Immagino che possa succedere. Sarebbe potuta andare peggio. Pensa se avessi lavorato per quella famiglia di cui si parla ovunque, in cui il padre sta per affrontare un processo per aver ucciso la fidanzata”.

Cassie abbassò rapidamente lo sguardo, poiché temeva che la sua espressione potesse smascherarla.

Per fortuna furono distratte dall’arrivo del vino, e dopo che ebbero ordinato il cibo, Jess era passata oltre quel pettegolezzo succulento.

“Cosa stai facendo ora?” chiese a Cassie.

Cassie si sentì un po’ imbarazzata per via di quella domanda, perché non aveva una risposta coerente. Avrebbe desiderato poter dire a Jess di avere un piano e di non stare semplicemente vivendo alla giornata, consapevole del fatto che avrebbe dovuto sfruttare al meglio quel periodo in Europa, ma si sentiva sempre più insicura in merito alla sua situazione momentanea.

“Non ne sono sicura. Stavo pensando di tornare negli Stati Uniti, e cercare lavoro in un posto più caldo. In Florida, magari. Rimanere qui è parecchio costoso”.

Jess annuì, comprensiva.

“Ho comprato un’auto quando sono arrivata. Qualcuno l’aveva messa in vendita all’albergo. Quell’acquisto si è preso una buona fetta del mio denaro”.

“Quindi hai una macchina?” chiese Jess. “Fantastico!”

“In effetti lo è stato. Sono andata a fare dei giri bellissimi fuori città, ma tra la macchina, la benzina, e persino la semplice vita quotidiana, mi sta costando tutto più di quanto mi aspettassi”.

Continuare a spendere soldi senza avere nessuna entrata stava iniziando a renderla ansiosa, e le stava facendo tornare in mente tutte le sfide che aveva dovuto affrontare da ragazzina.

Se ne era andata di casa all’età di sedici anni, per scappare da un padre che la picchiava, e aveva dovuto badare a se stessa da quel momento in poi. Non aveva alcun tipo di sicurezza, nessun risparmio, e nessuna famiglia su cui contare, perché sua madre era morta, e sua sorella maggiore, Jacqui, era fuggita qualche anno prima e non si era mai più fatta sentire.

Vivere da sola era diventato un atto di sopravvivenza, mese dopo mese. Alcune volte ce l’aveva fatta solo per il rotto della cuffia. Senza contare il burro di arachidi di fine mese, che era diventato l’alimento principale della sua dieta nei momenti difficili; aveva anche preso l’abitudine di cercare lavoro nei ristoranti, o come barista, in gran parte per il fatto che lo staff di solito aveva diritto ad un pasto gratis.

In quel momento Cassie stava iniziando ad entrare nel panico, al pensiero di poter contare solo su un gruzzoletto in costante riduzione, che a causa dei contanti che le erano stati rubati quel giorno, era diventato ancora più piccolo.

“Potresti cercare un lavoro temporaneo, per tirare avanti”, la consigliò Jess, come se le stesse leggendo nel pensiero.

“Ci ho provato. Ho chiesto in alcuni ristoranti, e ho fatto persino domanda per fare la barista in alcuni pub, ma sono stata immediatamente rifiutata. Sono tutti fissati in merito alla giusta documentazione, e io ho solo un visto turistico”.

“In un ristorante? Perché non come ragazza alla pari?” chiese Jess con curiosità.

“No”, rispose immediatamente Cassie. Ricordandosi poi che Jess non conosceva le circostanze del suo precedente lavoro, proseguì.

“Se non posso lavorare, non posso e basta. Niente visto vuol dire niente visto, e fare la ragazza alla pari è un impegno a lungo termine”.

“Non necessariamente”, la contraddisse Jess. “Non per forza. E io stessa l’ho fatto senza avere un visto”.

“Davvero?”

Cassie aveva preso la sua decisione. Non avrebbe fatto nuovamente la ragazza alla pari. Ciononostante, quello che le stava dicendo Jess era interessante.

“Il punto è che i pub e i ristoranti vengono controllati molto spesso. Non potrebbero mai assumere qualcuno privo del giusto visto. Ma lavorare in famiglia è diverso. È una zona d’ombra. Dopo tutto, potresti essere un’amica di famiglia. Chi può dimostrare che stai effettivamente lavorando? L’anno scorso sono stata per un po’ presso un amico, a Devon, e ho finito per fare molti lavoretti come babysitter o assistenza all’infanzia per i vicini di casa e i residenti della zona”.

“Buono a sapersi”, disse Cassie, ma non aveva alcuna intenzione di sapere altro. Parlare con Jess la stava facendo sentire sempre più sicura in merito alla sua decisione di tornare negli USA. Se avesse venduto l’auto, avrebbe avuto abbastanza soldi per potersi mantenere finché non si sarebbe rimessa in carreggiata.

D’altra parte, prima di partire era convinta che avrebbe trascorso più tempo viaggiando. Non vedeva l’ora di andarsene per un intero anno all’estero, sperando di avere il tempo necessario per lasciarsi il passato alle spalle. Quella era la sua opportunità per ricominciare nella vita, e rientrare come una persona nuova. Tornare a casa così poco tempo dopo essere partita, sarebbe equivalso ad arrendersi. Non avrebbe avuto importanza il fatto che le altre persone pensassero che comunque ci aveva provato. Lei, personalmente, si sarebbe sentita come se avesse fallito.

Il cameriere arrivò, portando piatti colmi di nachos. Avendo saltato la colazione, Cassie era davvero affamata e si tuffò sul cibo.

Ma Jess fece una pausa, aggrottò la fronte, e prese il cellulare dalla sua borsetta.

“A proposito di lavoro part-time, una delle persone per cui ho lavorato lo scorso anno mi ha chiamato ieri per vedere se fossi nuovamente disponibile”.

“Davvero?” chiese Cassie, ma la sua attenzione era tutta rivolta al cibo.

“Ryan Ellis. Ho lavorato per lui l’anno scorso. I genitori della moglie stavano traslocando, e gli serviva qualcuno che badasse ai bambini mentre erano via. Erano persone amorevoli, e anche i figli non erano male; hanno un maschio e una femmina. Abbiamo fatto un sacco di cose divertenti. Vivono in un bellissimo paesino sul mare”.

“Di cosa si tratta?”

“Gli serve qualcuno che viva con loro per circa tre settimane, con urgenza. Cassie, potrebbe essere esattamente ciò che ti serve. Mi ha pagato molto bene, in contanti, e non gli interessava per niente del visto. Diceva che se ero stata accettata da un’agenzia di ragazze alla pari, ero sicuramente una persona affidabile. Perché non lo chiami e gli chiedi maggiori informazioni?”

Cassie fu tentata dalla prospettiva di avere dei soldi in tasca. Ma un altro lavoro come ragazza alla pari? Non si sentiva pronta. Forse non lo sarebbe mai stata.

“Non sono certa che faccia per me”.

Jess, però, sembrava determinata a gestire il futuro di Cassie per lei. Premette alcuni tasti sul suo telefono.

“Io ti mando comunque il suo numero. E gli mando un messaggio, dicendo che potresti contattarlo, e che ti raccomando caldamente. Non si sa mai. Anche se non finissi a lavorare per lui, potrebbe conoscere qualcuno che abbia bisogno di una persona che gli guardi casa, o che porti a spasso il cane. O qualcosa di simile”.

Il suo discorso non faceva una piega e un attimo dopo, il telefono di Cassie suonò per l’arrivo del suo messaggio.

“E il tuo lavoro come va?” chiese Cassie, non appena Jess ebbe finito di usare il telefono.

“Non potrebbe andare meglio”. Jess riempì una tortilla di guacamole.

“La famiglia è adorabile. Mi concedono molto tempo libero e continuano a darmi premi. I bambini possono essere disubbidienti qualche volta, ma non sono mai sgradevoli, e credo di piacergli anche io”.

Abbassò la voce.

“La settimana scorsa, quando iniziarono ad arrivare tutti per il matrimonio, mi hanno presentato uno dei cugini. Ha 28 anni, è bellissimo, e gestisce un’attività di supporto informatico. Credo di piacergli, e a dirla tutta, è divertente flirtare di nuovo”.

Sebbene fosse felice per la sua amica, Cassie sentì una punta di invidia. Un lavoro da sogno come quello era ciò che aveva sperato. Perché a lei era andato tutto male? Era stata solo sfortuna, o era tutto dovuto alle decisioni che aveva preso?

Cassie improvvisamente si ricordò di quello che Jess le aveva detto sull’aereo diretto in Francia. Le aveva confidato che il suo primo impiego non era andato bene, e lei se ne era andata; poi aveva deciso di ritentare.

A Jess era andata bene al suo secondo tentativo, e ciò portò Cassie a chiedersi se forse si stesse arrendendo troppo presto.

Quando ebbero finito i loro nachos, Jess controllò l’orologio.

“Meglio che vada. Harrods mi aspetta”, disse. “Devo comprare regali per tutte le persone a casa, e per i bambini, e per il bellissimo Jacques. Cosa potrei prendergli? Cosa si regala a qualcuno con cui si sta solo flirtando? Ci metterò una vita a decidere!”

Cassie salutò Jess con un abbraccio, triste per il fatto che il pranzo fosse già finito. Quella chiacchierata amichevole era stata una piacevole distrazione. Jess sembrava così felice, e Cassie poteva capire bene il motivo. Qualcuno aveva bisogno di lei, e le stava dando valore, lei stava guadagnando qualcosa, aveva uno scopo nella vita e si sentiva al sicuro.

Jess non stava vagando senza meta, sola e disoccupata, paranoica riguardo al fatto di essere inseguita perché c’era un processo per omicidio in procinto di iniziare.

Qualche settimana in un paesino remoto poteva essere esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento - in più di un modo. E Jess aveva ragione. Una semplice telefonata avrebbe potuto aprirle molte porte. Non lo avrebbe mai saputo se non avesse continuato a provare.

Cassie uscì dal pub affollato per trovare un angolo tranquillo, guardandosi intorno in caso vi fosse qualche borseggiatore o ladro di telefonini.

Fece un respiro profondo, e prima di rischiare di pensarci troppo e perdere il coraggio, digitò il numero.

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