Quasi morta

Текст
Из серии: La ragazza alla pari #3
0
Отзывы
Читать фрагмент
Отметить прочитанной
Как читать книгу после покупки
Шрифт:Меньше АаБольше Аа
QUASI MORTA
(La ragazza alla pari—Libro Tre)
B L A K E   P I E R C E
Traduzione di
Francesca Fontana
Blake Pierce

Blake Pierce è autore bestseller secondo USA Today della serie mistery RILEY PAIGE, che include sedici libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE, che comprende tredici libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK, che comprende sei libri; della serie mistery KERI LOCKE, che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE, che comprende sei libri (e altri in arrivo); del sorprendente mistery psicologico CHLOE FINE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); dell’emozionante serie thriller psicologica JESSIE HUNT, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie thriller psicologica che vi farà stare con il fiato sospeso, AU PAIR, che comprende due libri (e altri in arrivo); e della serie mistery ZOE PRIME, che comprende due libri (e altri in arrivo).

Avido lettore e fan da sempre dei generi mistery e thriller, Blake adora sentire le vostre opinioni, quindi non esitate a visitare il sito www.blakepierceauthor.com per scoprire di più su questo autore e mettervi in contatto con lui.


Copyright © 2020 by Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di quanto concesso dal governo USA. Secondo la legge sul Copyright del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma o mezzo, o archiviata in un database o un sistema di raccolta, senza permesso dell'autore. Questo libro è concesso in licenza per il solo uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto o regalato ad altre persone. Se vuoi condividere questo libro con altre persone, acquista una copia supplementare per ogni ricevente. Se stai leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per il tuo solo utilizzo, ti chiediamo di restituirlo e comprarne una copia personale. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest'autore. Si tratta di un'opera di fantasia. Tutti i nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e avvenimenti sono frutto della fantasia dell'autore o usati in maniera romanzesca. Ogni riferimento a persone reali, vive o defunte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Mimadeo, usata tramite licenza da shutterstock.com.

LIBRI DI BLAKE PIERCE

THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Volume#1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Volume #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Volume #3)


LA RAGAZZA ALLA PARI

QUASI SCOMPARSA (Libro #1)

QUASI PERDUTA (Libro #2)

QUASI MORTA (Libro #3)


THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)


I THRILLER PSICOLOGICI DI JESSIE HUNT

LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)

IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)

LA CASA PERFETTA (Libro #3)

IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)

LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)

IL LOOK PERFETTO (Libro #6)


I GIALLI PSICOLOGICI DI CHLOE FINE

LA PORTA ACCANTO (Libro #1)

LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)

VICOLO CIECO (Libro #3)

UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)

RITORNA A CASA (Libro #5)


I GIALLI DI KATE WISE

SE LEI SAPESSE (Libro #1)

SE LEI VEDESSE (Libro #2)

SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)

SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)

SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)

SE LEI TEMESSE (Libro #6)


GLI INIZI DI RILEY PAIGE

LA PRIMA CACCIA (Libro #1)

IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)

ADESCAMENTO (Libro #3)

CATTURA (Libro #4)

PERSECUZIONE (Libro #5)


I MISTERI DI RILEY PAIGE

IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)

IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)

OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)

IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)

KILLER PER CASO (Libro #5)

CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)

MORTE AL COLLEGE (Libro #7)

UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)

UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)

IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)

LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)

MORTE SUI BINARI (Libro #12)

MARITI NEL MIRINO (Libro #13)

IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)

IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)

OMICIDI CASUALI (Libro #16)

IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)


UN RACCONTO BREVE DI RILEY PAIGE

UNA LEZIONE TORMENTATA


I MISTERI DI MACKENZIE WHITE

PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)

UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)

PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)

PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)

PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)

PRIMA CHE SENTA (Libro #6)

PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)

PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)

PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)

PRIMA CHE ANELI (Libro #10)

PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)

PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)

PRIMA CHE INSEGUA (Libro #13)


I MISTERI DI AVERY BLACK

UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)

UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)

UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)

UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)

UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)

UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)


I MISTERI DI KERI LOCKE

TRACCE DI MORTE (Libro #1)

TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)

TRACCE DI PECCATO (Libro #3)

TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)

TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)

CAPITOLO UNO

Cassandra Vale si affrettò lungo la strada asfaltata. La pioggia gelida le pungeva il viso, e lei sbattè le palpebre per togliersela dagli occhi. Si stava facendo tardi, era già buio, e la ragazza temette di essersi persa. Questa parte di Milano non appariva proprio come se l’era immaginata. Era finita in una delle piazze principali, ricca di negozi. I clienti affollavano i marciapiedi, avvolti in scuri cappotti alla moda e con le mani piene di sacchetti contenenti i loro acquisti.

Cassie diede un’occhiata ai negozi mentre si dirigeva verso l’incrocio, chiedendosi se potesse chiedere indicazioni in uno di essi. Gli interni chiaramente illuminati erano confortevoli oasi di calore, ma con la sua giacca malandata e le scarpe inzuppate d’acqua, dubitava che l’avrebbero anche solo fatta entrare. Quei nomi rappresentavano l’elite dell’industria della moda. Emilio Pucci, Dolce & Gabbana, Moschino. Gli stessi indumenti sembravano di un livello irraggiungibile, proprio come i loro cartellini col prezzo.

Si sarebbe dovuta affidare alla sua mappa, che si stava rapidamente disintegrando sotto la pioggia. Cassie si fermò all’incrocio per aprirla, rendendosi conto di come le sue labbra e le sue guance fossero intorpidite. La carta umida si strappò mentre la apriva e Cassie avvicinò i due lembi, cercando di dare un senso a quel complesso disegno di strade, descritte con nomi poco familiari, e al momento purtroppo anche quasi illeggibili.

Si era allontanata troppo. Avrebbe dovuto svoltare quattro isolati prima. Disorientata da quel luogo strano, non si era fermata a controllare dove si trovasse. Le tremavano le mani, mentre girava la cartina, cercando di capire come dirigersi verso la sua destinazione. Girare a sinistra qui, dopo tre isolati – no, cinque – e poi di nuovo a sinistra, dentro quell’intricato labirinto di strade. Era lì che doveva andare.

Cassie ripiegò i pezzi insieme e li rimise in tasca, sapendo bene che la mappa non sarebbe sopravvissuta ad un altro utilizzo. Ora doveva concentrarsi, e sopprimere l’ansia di essere in ritardo, poiché temeva che il luogo che cercava fosse chiuso al suo arrivo, o, peggio ancora, che il suo viaggio si concludesse in un disastro senza speranza.

Questa era l’unica possibilità che le restava di trovare sua sorella, Jacqui. Era l’unica traccia che aveva.

Cercando di tenere a mente l’immagine della cartina, Cassie percorse le vie quasi correndo, notando che più si lasciava la Milano alla moda alle spalle, più i marciapiedi diventavano stretti e le vetrine dei negozi meno imponenti. Qui erano esposti articoli più economici, i prezzi in Euro diminuivano ad ogni incrocio e vi erano cartelli dei saldi di gennaio esposti nelle vetrine trasandate.

Cassie vide il suo riflesso in uno dei vetri scuri. Aveva la pelle pallida per l’inverno, e le guance rosse per il freddo. Si era messa un cappellino di lana verde chiaro, sopra i capelli rossi, che le arrivavano alle spalle, non solo per tenere la testa al caldo, ma anche per cercare di controllare le onde ribelli. Stretta nel suo vecchio cappotto blu con la cerniera rotta, appariva decisamente fuori luogo in questa elegante capitale della moda. Si sentiva un’estranea tra la gente del luogo, perfettamente vestita, con i capelli deliziosamente acconciati, gli stivali costosi, e un senso della moda innato.

Quando lei e Jacqui erano piccole, venivano spesso obbligate ad indossare abiti usati, rotti e della taglia sbagliata, per andare a scuola, con il loro padre vedovo che insisteva con rabbia sul fatto che non vi erano soldi per comprar loro niente di meglio. Cassie aveva accettato la cosa molto meglio di Jacqui, che odiava apparire povera e trasandata.

Aveva decisamente senso il fatto che sua sorella fosse stata attratta dalla capitale mondiale della moda, dove qualunque capo di abbigliamento era fatto con stile, bellissimo e nuovo.

 

Fermandosi per riprendere fiato, Cassie vide il nome della via di fronte a lei, e le sembrò familiare.

Questa era la strada che stava cercando. Ora tutto quello che doveva fare era trovare il negozio.

Si chiamava Cartoleria, ma lei non sapeva se fosse il vero nome, o solo il tipo di negozio.

C’era  stato un problema con la lingua quando aveva parlato con la commessa al telefono. Cassie era riuscita ad ottenere il nome della via dalla donna, che stava diventando sempre più impaziente, anche se sembrava che le uniche parole in inglese che conosceva fossero “Stiamo chiudendo”, che la signora aveva ripetuto numerose volte, prima di concludere con un seccatissimo “Addio”, e sbattere giù il telefono.

Cassie aveva deciso che l’unico modo per scoprirlo sarebbe stato visitare personalmente il negozio.

Le era servita una settimana per organizzarsi, e arrivare da Edimburgo, dove si trovava, a Milano. Aveva pianificato di arrivare molto prima, ma era rimasta bloccata nel traffico mentre entrava in città, e si era persa più volte prima di riuscire a trovare un parcheggio economico. Il GPS aveva funzionato male, e la batteria del suo telefono era quasi scarica. Per fortuna, in precedenza, aveva pensato di stampare la mappa. A che ora chiudono qui la maggior parte dei negozi? Alle sei? Più tardi?

Il suo livello di ansia aumentò quando Cassie vide che il negozio di fronte a lei stava già chiudendo per la giornata; il commesso stava girando il cartello sulla porta e spegnendo le luci.

“Mi scusi. Cartoleria. Sa da che parte si trova?” gli chiese, cosciente che ogni secondo era importante.

Lui aggrottò la fronte, poi indicò lungo la strada e disse qualcosa in italiano che lei non comprese. Almeno le aveva indicato la direzione giusta, visto che lei stava correndo dalla parte opposta.

“Grazie”, rispose.

“Signorina!” la chiamò lui, ma Cassie non poteva fermarsi per alcun motivo.

Era senza fiato per l’emozione. C’era una piccola possibilità che Jacqui lavorasse davvero in quel negozio. Cassie si immaginò di entrare e trovarsi faccia a faccia con sua sorella. Si chiese cosa avrebbe fatto Jacqui. Sapeva benissimo che lei stessa avrebbe urlato per la gioia e l’avrebbe abbracciata più stretta che poteva. Poi ci sarebbe stato modo di parlare, di scoprire cosa fosse successo e perché Jacqui era scomparsa per così tanto tempo senza mai mettersi in contatto.

Anche se non era molto probabile, Cassie non riuscì a fare a meno di sognare.

Eccolo, poco più avanti. Vide il cartello, Cartoleria, e si mise a correre. Devono essere ancora aperti – devono. Era la sua occasione, la sua possibilità di riconnettersi con l’unico membro della famiglia di cui ancora le importasse.

Cassie sguazzò sul marciapiede inzuppato di pioggia, zigzagando tra i pedoni lenti che si riparavano sotto gli ingombranti ombrelli.

Poi si fermò, fissando incredula il negozio.

La Cartoleria era chiusa.

Non per quel giorno, ma per sempre.

La vetrina era serrata con assi di legno, ma da uno strappo nella copertura che si stava spelando, Cassie riuscì a vedere l’oscurità all’interno. Il cartello sopra la porta, ammaccato e sbiadito, era l’unico segno che il negozio fosse aperto.

Fissando il desolante spazio vuoto, Cassie si rese conto di aver mal interpretato l’impaziente commessa, quando aveva telefonato la settimana prima. La donna stava cercando di dirle che il negozio stava chiudendo per sempre. Se l’avesse capito subito, Cassie avrebbe potuto richiamarla immediatamente, chiedere più informazioni, ed essere più persuasiva.

Invece aveva guidato per centinaia di chilometri, solo per trovarsi davanti al capolinea più definitivo.

La sua traccia era scomparsa, insieme ai suoi sogni e alle sue speranze. Aveva perso l’unica possibilità di ritrovare sua sorella.

CAPITOLO DUE

Fissando il negozio vuoto, Cassie si sentì distruggere dalla delusione. Sapeva di doversene andare, allontanarsi nella sera oscura e umida e cominciare il lungo viaggio verso la sua automobile, ma non riusciva a costringersi a farlo.

Era come se andarsene ora volesse dire arrendersi per sempre, e quando la pensava in quel modo, i suoi piedi sembravano come radicati nel terreno. Non riusciva a scuotere quella sensazione di certezza che ci fosse ancora qualcosa che, in qualche modo, potesse portarla a Jacqui.

Guardandosi intorno, vide che uno dei negozi lì vicino era ancora aperto. Sembrava essere un bar e ristorante. Forse qualcuno lì dentro sapeva chi fosse il proprietario della Cartoleria, e dove fosse andato.

Cassie entrò nel ristorante, sollevata per il fatto di poter godere del riparo dalla pioggia torrenziale. All’interno vi era un delizioso odore di pane e caffè, e lei si ricordò che quel giorno non aveva mangiato niente. Una gigantesca macchina del caffè cromata si ergeva al posto d’onore sul bancone di legno.

Vi era spazio solo per quattro tavoli all’interno, ed erano tutti occupati. C’era un posto vuoto al bancone però, perciò Cassie si sedette lì.

Il cameriere dall’aspetto tormentato le corse incontro.

“Cosa prendi?” le chiese.

Cassie intuì che volesse prendere un’ordinazione.

“Mi spiace, non parlo italiano”, si scusò, sperando che la capisse. “Sa chi era il proprietario del negozio qui accanto?”

Il giovane alzò le spalle, apparendo confuso.

“Posso portare cibo?” chiese, in un inglese stentato.

Capendo che la barriera linguistica aveva messo fine alle sue domande, Cassie diede una veloce occhiata al menù scritto sulla lavagnetta appesa al muro dietro al bancone.

“Del caffè, per piacere. E un panino”.

Sfilò alcune banconote dal mazzo che teneva nel portafogli, e notò che i suoi soldi si stavano esaurendo velocemente. I prezzi a Milano erano anche più alti di quanto si fosse aspettata, ma si stava facendo tardi, e stava morendo di fame.

“Sei americana?” le chiese l’uomo seduto accanto a lei.

Impressionata, Cassie annuì.

“Sì, esatto”.

“Mi chiamo Vadim”, si presentò lui.

Non sembrava italiano, ma l’orecchio di Cassie per gli accenti non era neanche lontanamente paragonabile a quello del ragazzo. Ritenne che potesse venire da qualche parte dell’Europa dell’est, o forse persino dalla Russia.

“Sono Cassie Vale”, rispose.

Il ragazzo sembrava avere qualche anno più di lei, quindi doveva avere quasi trent’anni, indossava una giacca di pelle e un paio di jeans. Aveva di fronte un bicchiere di vino rosso bevuto a metà.

“Sei qui in vacanza? O per lavoro, studio?” le chiese.

“A dire il vero, sono venuta qui per cercare una persona”.

La confessione fu dolorosa, ora che Cassie temeva che non l’avrebbe mai trovata.

Le spesse sopracciglia di lui si unirono in una smorfia.

“Cosa intendi con cercare? Devi trovare qualcuno in particolare?”

“Sì, mia sorella”.

“Lo fai sembrare come se l’avessi perduta”, le disse.

“Lo è. Ho seguito un indizio che speravo mi avrebbe aiutato a trovarla. Un po’ di tempo fa, ha chiamato una mia amica negli USA, e abbiamo rintracciato il numero”.

“Perciò hai identificato il numero e sei venuta qui? Questo è proprio un lavoro da detective”, disse Vadim con ammirazione, mentre il cameriere le posava il caffè davanti, sul bancone.

“No, sono stata troppo lenta. Sai, ha chiamato due volte, cercandomi. Il primo numero non ha funzionato per niente. Mi sono resa conto solo la settimana scorsa che la seconda telefonata poteva essere stata fatta da un altro numero”.

Vadim annuì comprensivamente.

“E ora è troppo tardi, Cartoleria è chiuso”, gli disse Cassie.

“Il negozio qui accanto?”

“Sì, mi aveva chiamato da lì. Sto cercando di scoprire chi fosse il proprietario”.

Lui aggrottò la fronte.

“So che Cartoleria fa parte di una catena di negozi. Ce ne sono altri in giro per Milano. Si tratta di un internet café e vende anche – penne, matite, quelle cose lì”.

“Cancelleria”, suggerì Cassie.

“Sì, esatto. Forse se riesci a trovare un altro negozio, potrebbero aiutarti a trovare il responsabile di questo”.

Il cameriere tornò indietro e le posò di fronte un piatto. Cassie iniziò a mangiare affamata.

“Hai viaggiato fin qui tutta sola?” chiese Vadim.

“Sì, sono venuta qui da sola, sperando di trovare Jacqui”.

“Perché sei tu a cercarla e non è anche lei a cercare te?”

“Abbiamo avuto un’infanzia difficile”, rispose lei. “Mia madre è morta quando eravamo piccole e mio padre non ha sopportato la sua mancanza. Da quel momento è sempre stato molto arrabbiato ed era intenzionato a distruggere la vita di chiunque gli stava intorno”.

Vadim annuì con comprensione.

“Jacqui era più grande di me, e un giorno se ne è semplicemente andata. Credo che non riuscisse più a sopportarlo. La sua rabbia, le urla, i bicchieri infranti sul pavimento quasi tutte le mattine. Aveva numerose fidanzate, e la casa era sempre piena di estranei”.

A Cassie tornò alla mente uno spaventoso ricordo di se stessa, nascosta sotto il letto a tarda sera, mentre ascoltava i pesanti passi provenire dalle scale e il rumore di qualcuno che armeggiava con la sua porta. Jacqui l’aveva salvata. Aveva urlato talmente forte che i vicini erano arrivati di corsa, e l’uomo era furtivamente sceso nuovamente per le scale. Cassie ricordava bene il terrore che aveva provato quando aveva sentito l’uomo far sbattere la sua porta. Jacqui era stata la sua protettrice, finché non era fuggita.

“Dopo che lei se ne fu andata, mi sono trasferita, e poi mio padre è stato sfrattato e ha dovuto trovare un nuovo posto per vivere. Ha cambiato numero di telefono. Non c’era modo per lei di mettersi nuovamente in contatto con noi. Ora credo che stia cercando di farlo. Ma è spaventata, e non so perché. Forse crede che mi arrabbierò, dato che è scappata”.

Vadim scosse la testa.

“Perciò sei tutta sola al mondo?”

Cassie annuì, sentendosi nuovamente invasa dalla tristezza.

“Posso offrirti un bicchiere di vino?”

Cassie scosse la testa.

“Grazie mille, ma devo guidare”.

La sua automobile si trovava a quarantacinque minuti a piedi. E da lì, non aveva idea di dove andare. Non aveva pianificato nulla per la notte. Aveva sperato di arrivare presto, e che il negozio le avrebbe fornito un indizio sulla posizione di Jacqui, così che potesse fare il passo successivo nella sua ricerca. Ora era buio, e lei non aveva idea di dove trovare un albergo economico. Si rese conto che sarebbe potuta finire a dormire nella propria auto, nel garage di cemento.

“Hai un posto dove stare per la notte?” chiese Vadim, come se le stesse leggendo nel pensiero.

Cassie scosse la testa.

“Devo ancora pensarci”.

“C’è un alloggio per viaggiatori qui vicino. Una pensione, come la chiamano qui in Italia. Potrebbe esserti utile. Ci passo davanti sulla via verso casa; posso farti vedere dove si trova”.

Cassie fece un sorriso forzato, preoccupata per il prezzo e anche per il fatto che tutti i suoi bagagli erano ancora nella sua vettura. Ciononostante, un posto per dormire lì vicino sembrava molto più allettante della lunga camminata per tornare al parcheggio. C’era anche una possibilità che Jacqui avesse pernottato nello stesso posto, e in quel caso, Cassie avrebbe almeno dovuto controllare.

Scolò il caffè e mangiò le ultime briciole del suo panino, mentre Vadim finiva il suo vino e mandava alcuni messaggi col telefonino.

“Vieni con me. Da questa parte”.

Fuori stava ancora piovendo, ma il ragazzo aprì un grosso ombrello e Cassie gli camminò accanto, grata per il riparo. Chiaramente di fretta, Vadim camminò spedito, così che Cassie dovette affrettarsi per rimanere al passo con lui. Cassie era felice che non stessero perdendo tempo, ma al contempo si chiese se questa pensione non fosse fuori strada e lui non stesse allungando il proprio percorso per darle una mano.

Diede un’occhiata ai palazzi che li circondavano, cercando di farsi un’idea di dove fossero. Nomi di ristoranti, negozi, e attività commerciali brillavano e lampeggiavano nella pioggerella nebbiosa; la lingua poco familiare fece sentire Cassie come se i suoi sensi fossero sovraccarichi.

Attraversarono una strada e lei si rese conto che il traffico si era diradato. Anche se era un po’ che non controllava l’orologio, suppose che fossero passate da un pezzo le sette. Si sentì esausta, e si domandò quanto potesse essere lontano quella pensione, e che cosa avrebbe fatto se non avessero avuto letti disponibili.

 

Il cartello alla loro destra era quello di un supermercato, ne era certa. Sulla sinistra, era forse un luogo di intrattenimento di qualche tipo. L’insegna era fatta col neon. Non era il quartiere a luci rosse – sempre che ci fosse una cosa simile a Milano – ma non ci andava neanche molto lontano.

Improvvisamente Cassie si rese conto che erano andati troppo distante, troppo velocemente, e sempre in silenzio.

Dovevano aver camminato per più di un chilometro, una distanza maggiore di quella che chiunque avrebbe considerato vicina.

Fu allora che iniziò a ricordare.

Dopo il primo incrocio, aveva guardato a sinistra. Distratta e con la pioggia negli occhi non aveva memorizzato il cartello che aveva visto – non si trattava di un’enorme insegna luminosa, ma un piccolo cartello nero con una scritta bianca.

“Pensione”.

Quella era la parola che aveva usato Vadim. Era il termine italiano per chiamare un ostello per viaggiatori, o in ogni caso, qualcosa di molto simile.

“Perché stai rallentando?” chiese lui, e in quel momento il suo tono divenne tagliente.

Di fronte a lei, Cassie vide il lampo di luci di sosta. C’era un furgoncino bianco parcheggiato dall’altro lato della strada. Sembrava che Vadim si stesse dirigendo proprio lì.

Lui allungò la mano, e in un secondo di puro terrore, Cassie si rese conto che aveva percepito la sua esitazione e stava per afferrarle il braccio.

Купите 3 книги одновременно и выберите четвёртую в подарок!

Чтобы воспользоваться акцией, добавьте нужные книги в корзину. Сделать это можно на странице каждой книги, либо в общем списке:

  1. Нажмите на многоточие
    рядом с книгой
  2. Выберите пункт
    «Добавить в корзину»