Il Risveglio Del Killer

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Il Risveglio Del Killer
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IL RISVEGLIO DEL KILLER

(UN MISTERO DI RILEY PAIGE—LIBRO 14)

B L A K E P I E R C E

TRADUZIONE ITALIANA

A CURA

DI

IMMACOLATA SCIPLINI

Blake Pierce

Blake Pierce è l’autore della serie mistery campione d’incassi RILEY PAIGE, che include tredici Libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE che comprende nove libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK che comprende sei libri; della serie misteri KERI LOCKE che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE che comprende due libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE che comprende due libri (e altri in arrivo); dell’emozionante mistery psicologico CHLOE FINE che comprende due libri (e altri in arrivo); e dell’emozionante serie thriller psicologico JESSE HUNT che comprende due libri (e altri in arrivo).

Un avido lettore e da sempre amante dei generi mistery e thriller, Blake ama avere vostre notizie, quindi sentitevi liberi di visitare il suo sito www.blakepierceauthor.com per saperne di più e restare informati.

Copyright © 2018 by Blake Pierce. All rights reserved. Except as permitted under the U.S. Copyright Act of 1976, no part of this publication may be reproduced, distributed or transmitted in any form or by any means, or stored in a database or retrieval system, without the prior permission of the author. This ebook is licensed for your personal enjoyment only. This ebook may not be re-sold or given away to other people. If you would like to share this book with another person, please purchase an additional copy for each recipient. If you’re reading this book and did not purchase it, or it was not purchased for your use only, then please return it and purchase your own copy. Thank you for respecting the hard work of this author. This is a work of fiction. Names, characters, businesses, organizations, places, events, and incidents either are the product of the author’s imagination or are used fictionally. Any resemblance to actual persons, living or dead, is entirely coincidental. Jacket image Copyright hurricanehank, used under license from Shutterstock.com.

LIBRI DI BLAKE PIERCE

UN’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI JESSIE HUNT

LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)

IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)

LA CASA PERFETTA (Libro #3)

L’EMOZIONANTE SERIE PSICOLOGICA DI CHLOE FINE

LA PORTA ACCANTO (Libro #1)

LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)

VICOLO CIECO (Libro #3)

I GIALLI DI KATE WISE

SE LEI SAPESSE (Libro #1)

SE LEI VEDESSE (Libro #2)

SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)

LA SERIE DEGLI INIZI DI RILEY PAIGE

LA PRIMA CACCIA (Libro #1)

IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)

LA SERIE DI GIALLI DI RILEY PAIGE

IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)

IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)

OSCURITÀ PERVERSA (Libro #3)

IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)

KILLER PER CASO (Libro #5)

CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)

MORTE AL COLLEGE (Libro #7)

UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)

UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)

IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)

LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)

MORTE SUI BINARI (Libro #12)

MARITI NEL MIRINO (Libro #13)

IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)

IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)

LA SERIE DI GIALLI DI MACKENZIE WHITE

PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)

UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)

PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)

PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)

PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)

PRIMA CHE SENTA (Libro #6)

PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)

PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)

PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)

LA SERIE DI GIALLI DI AVERY BLACK

UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)

UNA RAGIONE PER CORRERE (Libro #2)

UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)

UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)

SERIE DI GIALLI DI KERI LOCKE

TRACCE DI MORTE (Libro #1)

TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)

TRACCE DI PECCATO (Libro #3)

TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)

TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)

INDICE

PROLOGO

CAPITOLO UNO

CAPITOLO DUE

CAPITOLO TRE

CAPITOLO QUATTRO

CAPITOLO CINQUE

CAPITOLO SEI

CAPITOLO SETTE

CAPITOLO OTTO

CAPITOLO NOVE

CAPITOLO DIECI

CAPITOLO UNDICI

CAPITOLO DODICI

CAPITOLO TREDICI

CAPITOLO QUATTORDICI

CAPITOLO QUINDICI

CAPITOLO SEDICI

CAPITOLO DICIASSETTE

CAPITOLO DICIOTTO

CAPITOLO DICIANNOVE

CAPITOLO VENTI

CAPITOLO VENTUNO

CAPITOLO VENTIDUE

CAPITOLO VENTITRÉ

CAPITOLO VENTIQUATTRO

CAPITOLO VENTICINQUE

CAPITOLO VENTISEI

CAPITOLO VENTISETTE

CAPITOLO VENTOTTO

CAPITOLO VENTINOVE

CAPITOLO TRENTA

CAPITOLO TRENTUNO

CAPITOLO TRENTADUE

CAPITOLO TRENTATRÉ

CAPITOLO TRENTAQUATTRO

CAPITOLO TRENTACINQUE

CAPITOLO TRENTASEI

CAPITOLO TRENTASETTE

PROLOGO

Gareth Ogden era fermo in piedi, sulla vasta spiaggia, ed osservava il Golfo del Messico. La marea era bassa ed il Golfo era calmo: una piatta distesa d’acqua in lento movimento. Notò le sagome di alcuni gabbiani stagliarsi contro il cielo buio, e sentì le loro stanche grida sovrastare il rumore delle onde.

Dette una boccata alla sua sigaretta e pensò con un sorriso amaro …

Sembra che anche i gabbiani odino questo tempo.

Non era sicuro del perché si fosse preso la briga di camminare fin là da casa sua. Di solito gli piacevano i suoni e gli odori della spiaggia di sera. Forse era solo la sua età, ma in quel momento trovava difficile apprezzare qualcosa con quel caldo umido. Le estati si erano fatte più calde negli ultimi anni. Persino dopo un crepuscolo come quello, la brezza marina non offriva alcun refrigerio e l’umidità era soffocante.

Finì di fumare la sigaretta e gettò il mozzicone nella sabbia, schiacciandolo col piede. Poi, si allontanò dall’acqua e riattraversò la spiaggia fino a casa, una struttura consumata dagli eventi atmosferici, affacciata su una vecchia strada e sulla spiaggia desolata.

Oltrepassata la striscia di sabbia, Gareth ripensò a tutte le riparazioni che aveva apportato alla casa dopo l’ultimo uragano, soltanto alcuni anni prima. Aveva dovuto ricostruire il grande porticato anteriore e le scale; aveva sostituito molti pannelli sui lati della casa e numerose tegole del tetto, ma era stato fortunato che non si fosse verificato alcun grave danno strutturale. Amos Crites, proprietario delle due case a lato della sua, aveva dovuto affrontare quasi una completa ricostruzione.

 

Quella maledetta tempesta, pensò, scacciando una zanzara.

Il valore delle proprietà era crollato da allora. Avrebbe voluto vendere la sua casa, e lasciare definitivamente Rushville, ma nessuno l’avrebbe pagata abbastanza.

Gareth viveva in quella cittadina da sempre, e senz’altro non sentiva che gli era stata molto di aiuto. In realtà, Rushville era andata sempre peggiorando, almeno da quando l’interstatale l’aveva aggirata. Ricordava come fosse stata una prospera piccola cittadina turistica estiva prima di allora, ma quei giorni ormai erano passati da molto tempo.

Gareth attraversò un’apertura nella staccionata posta sul limitare della sabbia ed entrò sulla strada sul lungomare. Mentre sentiva le suole delle scarpe assorbire il calore dal selciato, rivolse lo sguardo verso la propria casa. Le finestre al primo piano erano illuminate e amichevoli …

Sembra quasi che qualcuno ci viva.

Tuttavia “vivere” non gli sembrava il termine giusto per descrivere la sua esistenza solitaria. E i pensieri di giorni più felici, quando sua moglie Kay era ancora viva e crescevano la loro figlia Cathy, contribuivano solo a renderlo più depresso.

Mentre camminava lungo il marciapiede che portava alla sua abitazione, Gareth scorse qualcosa attraverso la zanzariera, un’ombra che si muoveva all’interno della casa.

Chi può essere? si chiese.

Non era sorpreso dal fatto che un visitatore vi si fosse introdotto. La porta era spalancata e la zanzariera era sbloccata. Gli amici di Gareth erano sempre stati liberi di andare e venire come volevano.

“E’ un paese libero” gli piaceva dire loro. “O così dicono.”

Mentre saliva per le lunghe scale sbilenche, fino al suo porticato, Gareth suppose che il visitatore fosse Amos Crites. Forse, era arrivato da casa sua fino dall’altra parte della città, per controllare le sue proprietà lungo la spiaggia. Gareth sapeva che nessuno aveva affittato una casa per agosto, un mese notoriamente caldo e umido da quelle parti.

Sì, scommetto che è lui, Gareth pensò mentre attraversava il porticato.

Amos spesso si fermava per brontolare su tutto, e Gareth era felice di intervenire, lamentandosi anche lui. Forse lui ed Amos si influenzavano negativamente a vicenda in quel modo …

Ma ehi, a che cosa servono gli amici?

Gareth se ne stette fuori dalla porta, scuotendo la sabbia via dai sandali.

“Ehi, Amos” gridò. “Prenditi una birra dal frigo.”

Si aspettava che Amos gli rispondesse …

“Già fatto.”

Ma non giunse alcuna risposta. Gareth pensò che Amos fosse andato in cucina, proprio in quel momento, per prendere una birra. O forse, era soltanto più irascibile del solito. Il che a Gareth stava bene …

Dicono che la miseria ami la compagnia.

Gareth aprì la zanzariera ed entrò.

“Ehi, Amos, come va?” gridò.

Scorse l’accenno di un movimento ai margini del suo campo visivo. Si voltò e colse una forma scura contro la lampada del soggiorno.

Chiunque fosse, era stato troppo rapido, perché Gareth potesse fargli delle domande.

La figura sollevò un braccio, e Gareth colse un bagliore di acciaio. Qualcosa di inspiegabilmente duro lo colpì sulla fronte, e poi ci fu un’esplosione nel cervello, come vetri rotti.

Poi, non ci fu più nulla.

CAPITOLO UNO

La luce del mattino carezzava le onde, mentre Samantha Kuehling guidava l’auto della polizia lungo la strada che costeggiava la spiaggia.

Seduto accanto a lei, il partner, Dominic Wolfe, disse …

“Ci crederò quando lo vedrò.”

Sam non rispose.

Né lei né Dominic sapevano ancora di che “cosa” si trattasse in realtà.

Ma la verità era che lei era già piuttosto convinta di che cosa fosse.

Conosceva il quattordicenne Wyann Hitt da sempre. Poteva essere scontroso, proprio come qualsiasi adolescente della sua età, ma non era un bugiardo. Non era stato molto preciso, ma chiarissimo su una cosa …

E’ successo qualcosa a Gareth Ogden.

Qualcosa di brutto.

Sam non sapeva nient’altro. E neppure Dominic.

Appena lei parcheggiò l’auto di fronte alla casa di Gareth, notò Wyatt seduto in fondo alle scale che conducevano al porticato. Accanto a lui, c’era un sacchetto di stoffa di giornali non consegnati.

Quando Sam e Dominic uscirono dall’auto e gli si avvicinarono, il ragazzo biondino non li guardò nemmeno. Continuò soltanto a guardare dritto dinnanzi a sé. Il volto era anche più pallido del solito, e il ragazzo tremava, sebbene fosse già caldo quella mattina.

E’ in stato di shock, Sam comprese.

Dominic gli disse: “Raccontaci cosa è successo.”

Wyatt si raddrizzò al suono della voce di Dominic, rivolgendogli uno sguardo gelido. Poi, balbettò con voce rauca e spaventata, peggiorata dai cambiamenti dell’adolescenza.

“Lui … lui è lì … in casa. Il Signor Ogden, voglio dire.”

Poi, riprese di nuovo a guardare verso il Golfo.

Sam e Dominic si scambiarono un’occhiata.

Intuì dall’espressione allarmata di Dominic che stavano avendo lo stesso pensiero.

Sam rabbrividì al pensiero …

Ho idea che le cose stiano per farsi tremendamente serie per entrambi.

I due salirono le scale ed attraversarono il porticato. Guardando attraverso la zanzariera, videro Gareth Ogden.

Dominic barcollò all’indietro, allontanandosi dalla porta.

“Gesù Cristo!” gridò.

Ogden giaceva sulla schiena riverso sul pavimento, con gli occhi e la bocca spalancati. Aveva una ferita aperta e sanguinante sulla fronte.

Dominic tornò alle scale e gridò a Wyatt …

“Che cosa diavolo è successo? Che cos’hai fatto?”

Quasi sorpresa di non condividere il panico di Dominic, Sam lo prese per un braccio e disse tranquillamente: “Lui non ha fatto niente, Dom. E’ solo un ragazzo che consegna i giornali.”

Dominic respinse la mano della partner e scese di corsa in fondo alle scale. Si accanì contro il povero Wyatt, fermo ai suoi piedi.

“Dimmelo!” Dominic gridò. “Che cos’hai fatto? Perché?”

Sam raggiunse di corsa Dominic. Afferrò l’isterico poliziotto e lo spinse violentemente sul prato.

“Lascialo stare, Dom” Sam disse. “Me ne occupo io, OK?”

Il viso di Dominic sembrava pallido quanto quello di Wyatt e come lui stava tremando per lo shock.

Annuì e rimase in silenzio, mentre Sam raggiungeva il ragazzo, aiutandolo a sedersi di nuovo.

Gli si accovacciò di fronte e lo toccò sulla spalla.

Poi lo incoraggiò: “Andrà tutto BENE, Wyatt. Fai dei lunghi respiri profondi.”

Il povero Wyatt non riuscì a seguire quelle istruzioni. Era visibilmente in iperventilazione e singhiozzava al contempo.

Wyatt riuscì a dire con voce spezzata: “Io, io sono venuto a consegnargli il giornale e l’ho trovato lì dentro.”

Sam osservò Wyatt di sbieco, pensieroso.

“Perché sei salito fino al porticato del Signor Ogden?” gli chiese. “Non potevi semplicemente limitarti a lanciare il giornale dal cortile?”

Wyatt alzò le spalle e disse: “No, andava fuori di testa quando lo facevo. Diceva che faceva troppo rumore e lo svegliava. Perciò, mi ha chiesto di venire fin sopra il porticato, e così dovevo lasciare il giornale tra la zanzariera e la porta. Altrimenti, diceva che sarebbe andato fuori di testa. Così, sono salito fin su e stavo per aprire la zanzariera, quando ho visto …”

Wyatt fu scosso da un brivido per un momento, poi con un gemito aggiunse …

“E allora, vi ho chiamati con il mio cellulare.”

Sam gli diede una pacca sulla schiena.

“Andrà tutto BENE” replicò. “Hai fatto la cosa giusta a chiamare la polizia. Adesso, aspetta qui.”

Wyatt guardò la sua sacca. “Ma questi giornali, devo ancora distribuirli.”

Povero ragazzo, Sam pensò.

Era ovviamente terribilmente confuso. E, soprattutto, a quanto sembrava era anche vittima di un mal riposto senso di colpa. Sam immaginò che fosse una reazione naturale.

“Non devi fare niente” rispose. “Non sei nei guai. Andrà tutto BENE. Ora aspetta qui, come ho detto.”

Si alzò dallo scalino e cercò Dominic, che era ancora fermo in silenzio con la bocca spalancata.

Sam stava iniziando a provare un po’ di rabbia.

Non sa che dovrebbe comportarsi da poliziotto?

Lo chiamò: “Dom, vieni. Dobbiamo entrare lì dentro e guardare che cos’è successo.”

Dom rimase fermo, come se fosse sordo e non si fosse reso conto delle parole della sua partner.

La donna lo chiamò con maggiore durezza. “Dominic, vieni con me, dannazione.”

Dominic annuì silenziosamente, poi la seguì in cima alle scale e attraverso il porticato, fin nell’interno della casa.

Gareth Ogden giaceva con braccia e gambe divaricate sul pavimento; portava dei sandali, un paio di pantaloncini e una t-shirt. La ferita alla fronte sembrava stranamente precisa e simmetrica. Sam si abbassò per dare un’occhiata migliore.

Ancora immobile, Dominic balbettò: “N-non toccare niente.”

Sam quasi ringhiò …

“Pensi davvero che io sia un’idiota?”

Quale poliziotto non sapeva che avrebbe dovuto prestare attenzione su una simile scena del crimine?

Poi volse lo sguardo verso Dominic, notando come fosse ancora pallido e tremante.

Non starà per svenire? si chiese.

Gli indicò una poltrona vicina e disse: “Siediti, Dom.”

Dominic eseguì silenziosamente.

Sam si chiese …

Ha mai visto un cadavere prima?

La sua esperienza si limitava ai funerali a bare aperte dei nonni. Naturalmente, questo era un caso completamente diverso. Tuttavia, Sam si sentiva stranamente calma e aveva tutto sotto controllo, quasi come se si fosse preparata a lungo ad affrontare qualcosa del genere.

Ovviamente, ciò non valeva per Dominic.

Osservò con attenzione la ferita sulla fronte di Ogden: assomigliava ad una piccola dolina crollata lungo una strada di campagna nei pressi di Rushville l’anno precedente, una strana cavità aperta che non avrebbe dovuto esserci.

Dettaglio ancor più strano era che la pelle sembrava intatta, non lacerata, ma allungata nella forma esatta dell’oggetto che l’aveva colpita.

A Sam occorse soltanto un istante per capire quale fosse stata l’arma del delitto.

Si rivolse a Dominic: “Qualcuno l’ha colpito con un martello.”

Dominic parve dare segni di ripresa: si alzò dalla poltrona, s’inginocchiò accanto a Sam e guardò attentamente il cadavere.

“Come sai che si tratta di un martello?” le chiese.

Benché si rendesse conto che avrebbe potuto sembrare una battuta infelice, Sam replicò …

“Conosco i miei strumenti.”

In effetti, era vero. Sugli strumenti da lavoro, fin dall’infanzia, suo padre le aveva insegnato più di quanto la maggior parte dei ragazzi normalmente apprendesse nel corso di una vita intera. E la dentellatura della ferita di Ogden aveva l’esatta forma della punta arrotondata di un comune martello.

La ferita era troppo grande per essere stata opera, ad esempio, di un martello da lavoro.

Inoltre, ci sarebbe voluto un martello più pesante per assestare un solo colpo mortale.

Un martello a granchio o uno strappachiodi, immaginò. Uno o l’altro.

Poi, disse a Dominic: “Mi chiedo come il killer sia entrato qui.”

“Oh, lo so io” il partner replicò. “Ogden non chiudeva mai a chiave la porta, persino quando non era in casa. Talvolta, la lasciava spalancata anche di notte. Sai come vive qui lungo la riva la gente; sono stupidi e fiduciosi.”

Sam trovò triste il sentire i termini “stupidi” e “fiduciosi” nella stessa frase.

Perché le persone non avrebbero dovuto lasciare le proprie case aperte in una cittadina come Rushville?

Ormai erano anni che non si verificano crimini violenti.

Beh, non saranno più così fiduciosi ora, pensò.

Sam riprese: “La domanda è, chi è stato?”

Dominic scrollò le spalle ed obiettò: “Chiunque sia il colpevole, senza dubbio sembra che Ogden sia stato proprio colto di sorpresa.”

Studiando l’espressione trasfigurata del volto del cadavere, Sam annuì silenziosamente.

Dominic aggiunse: “Immagino che sia stato uno di fuori, non qualcuno di queste parti. Voglio dire, Ogden era una cattiva persona, ma nessuno in città lo odiava così tanto. E nessuno di qui ha le caratteristiche di un assassino. Probabilmente si è trattato di un vagabondo che è venuto e se ne è andato. Dovremmo essere davvero fortunati a prenderlo.”

 

Quel pensiero fece girare lo stomaco a Sam.

Non potevano permettere che una cosa simile accadesse proprio lì a Rushville.

Proprio non possiamo.

Inoltre, aveva il forte sospetto che Dominic si sbagliasse.

Il killer non era semplicemente un vagabondo di passaggio.

Il suo istinto le diceva che Ogden era stato assassinato da qualcuno che viveva lì intorno.

Prima di tutto, Sam sapeva che questa non era la prima volta che qualcosa del genere accadeva a Rushville.

Ma sapeva anche che ora non era il momento di cominciare a fare ipotesi.

Così invitò Dominic: “Chiama il Capo Crane. E lui chiamerà il coroner della contea.”

L’uomo annuì, prendendo in mano il suo cellulare.

Prima di prendere il suo, Sam si asciugò il sudore che le imperlava fronte.

Si stava già rivelando una giornata calda …

E diventerà molto più calda.

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