Bramata

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Из серии: Appunti di un Vampiro #10
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bramata

(libro #10 in Appunti di un Vampiro)

morgan rice

Traduzione italiana a cura di

Immacolata Sciplini

Chi è Morgan Rice

Morgan Rice è autrice di tre serie bestseller: APPUNTI DI UN VAMPIRO, dedicata ai ragazzi, che comprende già undici libri; LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, un thriller post-apocalittico, che comprende ad oggi due libri; L'ANELLO DELLO STREGONE, una storia epica fantasy, composta finora da tredici libri. Tutte e tre le serie vedranno presto la pubblicazione di nuovi libri.

Le opere di Morgan Rice sono disponibili in edizione cartacea e come audio-libri; le traduzioni fino ad oggi realizzate sono in tedesco, francese, italiano, spagnolo, portoghese, giapponese, cinese, svedese, olandese, turco, ungherese, ceco e slovacco (e molte altre lingue si aggiungeranno).

TRAMUTATA (Libro #1 in Appunti di un Vampiro), ARENA UNO (Libro #1 nella Trilogia della Sopravvivenza), a UN'IMPRESA DA EROI (Libro #1 in L'Anello dello Stregone) sono tutti scaricabili gratuitamente!

A Morgan piace ricevere i vostri commenti! Andate dunque a visitare il sito web www.morganricebooks.com, iscrivetevi alla mailing list, chiedete di ricevere una copia gratuita di un suo libro ed altri omaggi gratuiti oppure scaricate le applicazioni gratuite: potrete trovare le ultime news e restare in contatto via Facebook e Twitter!

Che cosa hanno detto di Morgan Rice

“La Rice eccelle nel farvi entrare nella storia sin dall'inizio, grazie alla sua grande capacità descrittiva, che trascende la mera descrizione dei luoghi….Ben scritto, ed estremamente veloce da leggere.”

--Black Lagoon Reviews (su Tramutata)

“Una storia ideale per i giovani lettori. Morgan Rice ha svolto un ottimo lavoro nel dar vita a continui colpi di scena ... Fresco ed unico. La serie ruota intorno ad una ragazza… una straordinaria ragazza! … Facile da leggere ma estremamente incalzante... Merita PG.”

--The Romance Reviews (su Tramutata)

“Ha catturato la mia attenzione fin dall'inizio e non l'ha più lasciata andare…. La storia è una grandiosa avventura, dal ritmo incalzante, ed è ricca di azione sin dall'inizio. Non contiene una sola pagina noiosa.”

--Paranormal Romance Guild (su Tramutata)

“Ricco di azione, amore, avventura e suspense. Mettete le mani su questo libro e ve ne innamorerete perdutamente.”

--vampirebooksite.com (su Tramutata)

“Una grande trama: questo è proprio il libro che avrete difficoltà a mettere via la notte. Il finale mozzafiato è così spettacolare che vi farà venire immediatamente voglia di acquistare il libro successivo, per vedere che cosa accade.”

--The Dallas Examiner (su Amata)

“E' un libro che può competere con TWILIGHT e VAMPIRE DIARIES, uno di quei libri che vi catturerà e vi farà leggere tutto in un fiato fino all'ultima pagina! Se siete tipi da avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi!”

--Vampirebooksite.com (su Tramutata)

“Morgan Rice si dimostra ancora una volta una narratrice di enorme talento …. Attrarrà un pubblico molto vasto, inclusi i fan più giovani del genere dei vampiri e del fantasy. La storia culmina in un finale mozzafiato che vi sbalordirà.”

--The Romance Reviews (su Amata)

“L'ANELLO DELLO STREGONE contiene tutti gli ingredienti per un successo istantaneo: trame, controtrame, mistero, cavalieri coraggiosi e relazioni che sbocciano sazieranno cuori spezzati, inganno e tradimento. Tutto questo vi intratterrà per ore, e soddisferà i lettori di ogni età. Raccomandato per la biblioteca permanente di tutti i lettori del genere fantasy.”

--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos

Libri di Morgan Rice

L'ANELLO DELLO STREGONE

UN'IMPRESA DA EROI (Libro #1)

LA MARCIA DEI RE(Libro #2)

DESTINO DI DRAGHI (Libro #3)

GRIDO D'ONORE (Libro #4)

VOTO DI GLORIA (Libro #5)

UN COMPITO DI VALORE (Libro #6)

RITO DI SPADE (Libro #7)

CONCESSIONE D'ARMI (Libro #8)

UN CIELO DI INCANTESIMI (Libro #9)

UN MARE DI SCUDI (Libro #10)

UN REGNO D'ACCIAIO (Libro #11)

LA TERRA DEL FUOCO (Libro #12)

LA LEGGE DELLE REGINE (Libro #13)

UN GIURAMENTO DI FRATELLI (Libro #14)

UN SOGNO DI MORTALI ( Libro #15)

UN TORNEO DI CAVALIERI (Libro #16)

IL DONO DELLA BATTAGLIA (Libro #17)

LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA

ARENA UNO: MERCANTI DI SCHIAVI ( Libro #1)

ARENA DUE ( Libro #2)

APPUNTI DI UN VAMPIRO

TRAMUTATA ( Libro #1)

AMATA ( Libro #2)

TRADITA ( Libro #3)

DESTINATA ( Libro #4)

DESIDERATA (Libro #5)

PROMESSA ( Libro #6)

SPOSA ( Libro #7)

TROVATA ( Libro #8)

RISORTA ( Libro #9)

BRAMATA ( Libro #10)

PREDESTINATA ( Libro #11)

Scaricate i libri di Morgan Rice ora!



Ascolta la serie APPUNTI DI UN VAMPIRO in formato audiolibro!

Copyright © 2012 di Morgan Rice


Tutti i diritti sono riservati. Fatta eccezione per quanto previsto dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti d'America del 1976, nessuno stralcio di questa pubblicazione potrà essere riprodotto, distribuito o trasmesso in qualsiasi forma o mezzo, né inserito in un database o in un sistema di backup, senza che l'autore abbia prestato preventivamente il consenso.


La licenza di questo ebook è concessa soltanto ad uso personale. Questo ebook non potrà essere rivenduto o trasferito ad altre persone. Se desiderate condividere questo libro con altri, vi preghiamo di acquistarne una copia per ogni richiedente. Se state leggendo questo libro e non l'avete acquistato, o non è stato acquistato solo a vostro uso personale, allora restituite la copia ed acquistatela. Vi siamo grati per il rispetto che dimostrerete alla fatica di questa autrice.


Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autrice o sono utilizzati a puro scopo d'intrattenimento. Qualsiasi somiglianza a persone reali, viventi o meno, è frutto di una pura coincidenza.

INDICE


CAPITOLO UNO

CAPITOLO DUE

CAPITOLO TRE

CAPITOLO QUATTRO

CAPITOLO CINQUE

CAPITOLO SEI

CAPITOLO SETTE

CAPITOLO OTTO

CAPITOLO NOVE

CAPITOLO DIECI

CAPITOLO UNDICI

CAPITOLO DODICI

CAPITOLO TREDICI

CAPITOLO QUATTORDICI

CAPITOLO QUINDICI

CAPITOLO SEDICI

CAPITOLO DICIASSETTE

CAPITOLO DICIOTTO

CAPITOLO DICIANNOVE

CAPITOLO VENTI

CAPITOLO VENTUNO

CAPITOLO VENTIDUE

CAPITOLO VENTITRE

CAPITOLO VENTIQUATTRO

CAPITOLO VENTICINQUE

CAPITOLO VENTISEI

CAPITOLO VENTISETTE

“O benedetta, benedetta notte! Ho paura.

Sei qui notte, dunque tutto questo è solo un sogno,

Troppo dolce e lusinghiero per avere sostanza.”

—William Shakespeare, Romeo e Giulietta

CAPITOLO UNO

Caitlin Paine sfrecciò ad alta velocità lungo la West Side Highway, decisa a raggiungere i Chiostri prima della chiusura. Era immersa nei suoi pensieri: rifletteva su tutti i problemi che stavano sopraffacendo Scarlet — problemi che nessun adolescente dovrebbe avere. Sua figlia stava cambiando, Caitlin ne era certa. Non era più una semplice umana, e, giorno dopo giorno, la cosa peggiorava. Caitlin sentiva che stava diventando ciò che lei stessa era stata un tempo: un vampiro.

 

Naturalmente, Caitlin non aveva alcun ricordo diretto di tale esperienza; ma, da quanto aveva letto nel suo diario, trovato in soffitta — il suo diario del tempo in cui era stata una vampira — sentiva che era tutto reale. Se il diario era vero - e la donna sentiva che lo era - allora una volta era stata lei stessa un vampiro, in un momento storico del passato; in qualche modo, era finita lì, nel presente, con una vita normale, una famiglia normale, e nessun ricordo legato a quello che era stato.

Ma il problema era che la sua famiglia era ben distante da essere normale. La sua vita non era affatto normale. Sua figlia, in qualche modo, stava diventando ciò che lei stessa era stata un tempo.

Per la milionesima volta, Caitlin avrebbe voluto non trovare quel diario. Sentiva che quel ritrovamento era stato come aprire il vaso di Pandora, scatenando una serie di incubi. Avrebbe disperatamente voluto che ogni cosa tornasse alla normalità.

Non aveva alcuna soluzione. Prima di tutto doveva assicurarsi che quella fossa la realtà. Poi, se non poteva forzare le cose a tornare alla normalità, doveva almeno imparare di più su quanto stava accadendo a Scarlet. E scoprire se esistesse un modo per porvi rimedio.

Mentre guidava, Caitlin ripensava ai libri rari che aveva trovato nella sua biblioteca. Soprattutto, ripensò a quel volume raro e alla pagina strappata. Pensò alla descrizione di quell'antico rituale, in latino, diretto a curare il vampirismo. Si chiese nuovamente se fosse reale. Si trattava soltanto di una leggenda folcloristica? Un vecchio racconto delle nonne?

Qualunque studioso serio, naturalmente, avrebbe confermato che era solo una favola. E anche una parte di lei lo pensva. Ma un'altra parte di lei si era aggrappata a quel rito, perchè lo vedeva come l'ultima speranza di salvare Scarlet. Per la milionesima volta, si chiese come poteva trovare l'altra metà della pagina. Apparteneva ad uno dei testi più rari al mondo, e, anche se fosse riuscita a rintracciarne un'altra copia esistente, quante erano le possibilità che l'altra metà della pagina fosse all'interno? Dopotutto, la pagina era stata strappata, come se fosse stata nascosta. Ma da chi? Da che cosa? Il mistero s'infittiva nella sua mente sempre di più.

Provò allora a concentrarsi sul suo diario, quel manoscritto risalente a secoli prima ma chiaramente scritto di suo pugno: ripensò alla sua descrizione del covo di vampiri che viveva nei sotterranei dei Chiostri. Lei stessa aveva scritto di una stanza segreta che conduceva al covo, nei sotterranei, ad un livello inferiore. Doveva verificare se era vero. Se avesse trovato un segno, un segno qualunque, allora si sarebbe convinta definitivamente del fatto che era tutto vero e avrebbe trovato la fiducia per poter proseguire. Ma, se non avesse trovato alcun segno, il fallimento avrebbe screditato tutto il suo diario.

Caitlin uscì dall'autostrada, diretta a Fort Tyron Park e poi all'entrata principale dei Chiostri. Guidò lungo una strada stretta e tortuosa, e infine parcheggiò davanti all'imponente struttura.

Uscita dall'auto, si fermò a guardare in alto; per qualche strana ragione, il luogo le apparve notevolmente familiare, come se fosse stato un edificio importante per la sua vita. Non riusciva a comprendere il perché: per quanto ne sapeva, ci era stata soltanto una o due volte e non aveva mai avvertito una simile sensazione. A meno che tutto il contenuto del suo diario da vampiro fosse vero. Sentiva che era reale? O era solo ciò che le piaceva credere?

La donna quasi si precipitò attraverso la porta d'ingresso ad arco, entrando nella struttura medievale in pietra, poi percorse in fretta un corridoio lungo e stretto. Giunta infine all'entrata principale, pagò il biglietto di accesso e proseguì lungo un altro corridoio. Passò davanti ad un piccolo cortile alla sua destra, caratterizzato da file di archi di pietra, all'interno del quale c'era un giardino medievale. Le foglie autunnali luccicavano. Era il pomeriggio di un giorno feriale, e il luogo era quasi vuoto; sentiva di averlo tutto per sé.

Fu così, finché sentì una musica. All'inizio, fu soltanto una voce — poi se ne aggiunsero altre. Era un canto. Un canto antico di un piccolo coro. Caitlin non riusciva a capire se fosse dal vivo o se si trattasse di una mera registrazione, mentre rimaneva lì, ipnotizzata, ad ascoltare quelle voci celestiali che riecheggiavano nel piccolo castello. Si sentì trasportata, come se fosse stata trasferita in un altro luogo, in un'altra epoca.

Sapeva di avere una missione da compiere, ma doveva scoprire da dove provenisse quella musica. Si diresse lungo un altro corridoio, seguendo il suono. Aprì una piccola porta ad arco, di foggia medievale, e si ritrovò in una cappella, caratterizzata da un alto soffitto e vetrate colorate. Lì, con sua grande sorpresa, vide un coro composto da sei elementi, uomini anziani e donne, tutti vestiti di bianco. Erano immobili in quella stanza vuota, con lo sguardo fisso agli spartiti, e cantavano.

Canti gregoriani. Caitlin alzò lo sguardo e vide l'enorme poster che pubblicizzava il concerto pomeridiano. Capì di essersi imbattuta in un concerto dal vivo. Tuttavia, era l'unica spettatrice presente nella stanza. Apparentemente, nessun altro ne era a conoscenza.

Caitlin chiuse gli occhi, ascoltando la musica Era così bella e così tormentata, che le fu difficile andarsene. Aprì gli occhi e si guardò intorno, puntando lo sguardo sulle mura e sul mobilio in stile medievale, il che le fece perdere ancora di più il contatto con la realtà. Dov'era lei?

Il canto infine terminò; Caitlin si voltò e si affrettò ad uscire fuori dalla stanza, provando a riacquistare il senso della realtà.

Percorse in fretta un lungo corridoio, giungendo ad una scalinata in pietra. Scese in basso, verso i livelli inferiori dei chiostri, e, mentre lo faceva, il cuore iniziò a batterle più forte. Quel luogo le sembrava inspiegabilmente familiare, come se vi avesse trascorso del tempo prima di allora. Non riusciva a comprendere.

Scese a precipizio al livello inferiore, ricordando la sua descrizione da una frase nel suo diario. Le venne in mente di aver menzionato la porta d'accesso, il portale segreto, che conduceva in basso ad un livello sotterraneo, al covo di Caleb.

Si emozionò quando vide, alla sua sinistra, un'area chiusa. Dietro, c'era una scalinata medievale, perfettamente preservata. Conduceva in alto, ma solo verso il soffitto. Non sembrava andare in alcuna direzione. Si trattava semplicemente di un manufatto, in mostra. Lo stesso descritto nel suo diario.

Ma la scalinata stessa aveva una piccola porta di legno, che nascondeva la parte inferiore; Caitlin non riusciva a capire se quella porta nascondesse delle scale che portavano di sotto, verso un altro livello. Era chiusa, e lei non poteva avvicinarsi in alcun modo.

Doveva sapere. Se conduceva di sotto, allora ogni cosa che aveva scritto era vera, non una mera fantasia.

La donna guardò in entrambe le direzioni, e notò una guardia di sicurezza dall'altra parte della stanza.

Sapeva che andare oltre la zona chiusa in un museo poteva essere fonte di grandi guai — forse persino l'arresto. Ma lei doveva sapere. Doveva agire rapidamente.

D'improvviso, Caitlin scavalcò la corda di velluto, avvicinandosi alla scalinata.

Un allarme si attivò immediatamente ed iniziò a suonare, riecheggiando nell'aria.

“HEI SIGNORA!” la guardia gridò.

L'uomo cominciò a correre verso di lei. L'allarme continuò a suonare, e il cuore le batteva forte nel petto.

Ma ora era troppo tardi. Non poteva tornare indietro. Doveva sapere. Aver oltrepassato quella corda andava oltre i suoi principi, violare le regole di un'esposizione in un museo, agire contro le regole — specialmente quando erano coinvolti storia e reperti. Ma non aveva scelta. Era in gioco la vita di Scarlet.

Caitlin raggiunse la scalinata e afferrò la maniglia medievale di legno. La tirò forte.

La porta si aprì, e lei vide dove portava la scalinata.

Da nessuna parte. Terminava sul pavimento. Era una finta scalinata. Messa lì solo per bellezza.

Il suo cuore sprofondò, devastata. Non c'era alcuna stanza sotterranea. Nessuna botola. Niente. Come indicava il monitor, era solo una scalinata. Fine a se stessa. Un manufatto. Una vecchia reliquia. Era tutta una menzogna. Tutta.

Improvvisamente, Caitlin sentì delle braccia ruvide afferrarla da dietro e trascinarla fuori, oltre la corda di velluto, dall'altra parte.

“Che cosa crede di fare!?” un'altra guardia gridò, mentre si avvicinava a lei e aiutava il collega a trascinarla via.

“Mi dispiace,” lei disse, provando a pensare rapidamente. “Io … ecco … ho perso il mio orecchino. E' caduto ed è finito a terra. Credevo fosse finito laggiù. Lo stavo solo cercando.”

“Questo è un museo, signora!” lui urlò, rosso in viso. “Non può entrare nelle aree vietate in quel modo. E non può toccare niente!”

“Mi spiace così tanto,” lei disse, con la gola secca. Pregò che non la arrestassero. Potevano certamente farlo, lo sapeva.

Le guardie si guardarono tra loro, come se stessero dibattendo.

Infine, uno degli uomini disse: “Se ne vada!”

Lui la spinse via, e Caitlin, sollevata si spostò, precipitandosi lungo il corridoio. Scorse un'altra porta, che conduceva all'esterno, verso una terrazza in basso, e la percorse correndo.

Si ritrovò fuori, sulla terrazza inferiore, nella fredda aria di ottobre, con il cuore ancora in gola. Era così felice di essere fuori di lì. Ma, al contempo, era sconvolta. Non c'era nulla lì dentro. Tutto il suo diario era forse inventato? Niente di quanto conteneva era reale? Stava immaginando tutto?

Ma allora come poteva spiegare la reazione di Aiden?

Caitlin attraversò il terrazzo ghiaioso, passando per un altro giardino medievale, colmo di piccoli alberi da frutto. Continuò a camminare finché non giunse ad una ringhiera di marmo. Vi si appoggiò e guardò dinnanzi a sé; a distanza, vide il fiume Hudson, che brillava al sole del tardo pomeriggio.

Si voltò improvvisamente, aspettandosi per qualche motivo di vedere Caleb, lì accanto a lei. Per qualche ragione, sentì di essere stata in quel posto prima di allora, su quella terrazza con Caleb. Non aveva alcun senso. Stava perdendo la testa?

Ora, non ne era sicura.

CAPITOLO DUE

Scarlet entrò bruscamente in camera sua, in preda ad un pianto isterico, e sbatté la porta dietro di lei. Aveva corso fino a casa, dal fiume, e da allora non aveva smesso di piangere. Non capiva che cosa le stesse accadendo. Un'immagine era stampata nella sua memoria: l'attimo in cui aveva visto la vena pulsante nel collo di Blake, quando aveva avuto quella sensazione, quel bisogno di volerlo mordere. Di volersi nutrire.

Che cosa le stava accadendo? Era una sorta di fenomeno da baraccone? Perché si era sentita in quel modo? E perché proprio allora — tra tutti i momenti possibili? Proprio durante il loro primo bacio?

Ora che era lontana dalla scena, era più difficile per Scarlet richiamare alla mente esattamente come si sentiva il suo corpo in quel momento — e, ad ogni momento che passava, la sensazione diventava più distante. Ora il corpo era tornato alla normalità. Era stato solo un momento passeggero? Era stata la strana sensazione di un attimo a sopraffarla? E non sarebbe mai più tornata?

Voleva disperatamente crederlo. Ma un'altra parte di lei, una parte più profonda, sentiva che non era il caso. La sensazione era stata fortissima, qualcosa che non avrebbe mai dimenticato. Era certa che, se si fosse lasciata sopraffare e fosse rimasta lì un solo secondo di più, ora Blake sarebbe morto.

Scarlet non poteva fare a meno di ripensare all'altro giorno: era tornata a casa malata, poi era corsa fuori casa. Aveva dimenticato ciò che era accaduto, dov'era stata. Infine si era svegliata all'ospedale. Sua madre si era preoccupata così tanto, sembrava impazzita ….

Adesso, tutto le era tornato in mente. Sua madre avrebbe voluto farla visitare da altri medici, sottoporla ad ulteriori analisi. E poi voleva che vedesse un prete. Sua madre sospettava qualcosa? Era proprio per questo che insisteva con questi controlli? Pensava che stesse diventando un vampiro?

 

Il cuore di Scarlet batteva forte mentre era seduta lì nella sua stanza, raggomitolata sulla sua sedia preferita. Ruth poggiò la testa sul suo grembo e Scarlet si abbassò e l'accarezzò. Ma dai suoi occhi scendevano lacrime, mentre lo faceva. Si sentiva colpita da psicosi traumatica, come se fosse avvolta da una nebbia. Era terrorizzata all'idea di essere malata, una specie di malattia —o forse qualcosa di peggio. Nel profondo del suo cuore, pensò che, naturalmente, fosse ridicola la direzione che la sua mente stava prendendo. Ma osò chiederselo. Voleva mordere il collo di Blake. Era precisa la sensazione che aveva provato nei suoi incisivi. Era la sua voglia di nutrirsi. Era possibile?

Lei era un vampiro?

I vampiri esistevano davvero?

Si tirò su, aprì il portatile e cominciò la sua ricerca. Doveva sapere.

Entrò nel sito di Wikipedia, digitò la parola “vampiro” e cominciò a leggere:

“La nozione di vampirismo esiste da millenni: culture come quelle mesopotamica, ebraica, quella dell'antica Grecia e di Roma avevano dei racconti su demoni e spiriti, che sono considerati precursori dei vampiri moderni. In ogni caso, nonostante la presenza di creature dalle sembianze di vampiri in queste civilità antiche, il folclore per l'entità che conosciamo oggi come vampiro, ha origini riconducibili quasi esclusivamente all'Europa sudorientale del secolo XVIII, quando le tradizioni orali di molti gruppi etnici della regione furono registrate e pubblicate. Nella maggioranza dei casi, i vampiri nascono da spiriti maligni, vittime suicide o streghe, ma possono anche essere creati da uno spirito malvagio che possiede un cadavere, o dal morso di un vampiro.”

Scarlet chiuse rapidamente il portatile e lo mise via. Era troppo per lei da sopportare.

Scosse la testa, provando a scacciare tutto questo dalla mente. C'era decisamente qualcosa di sbagliato in lei. Ma di che cosa si trattava? Questo la terrorizzava.

A peggiorare ancora di più la situazione c'erano i sentimenti per Blake; non riusciva a non pensare a quanto era appena accaduto tra loro. Non poteva credere di essere scappata via da lui in quel modo, specialmente in quel momento. Erano stati davvero bene insieme, era stato un appuntamento fantastico. E ora questo. Finalmente, proprio quando il loro rapporto stava cominciando a prendere la giusta piega. Era così ingiusto.

La ragazza non riusciva proprio ad immaginare che cosa lui stesse pensando in quel preciso istante. Doveva aver pensato che lei fosse una sorta di scherzo della natura, una sorta di pazza psicopatica, visto che era saltata in piedi in quel modo, nel bel mezzo di un bacio ed era scappata via, perdendosi nel bosco. Sicuramente aveva pensato che lei era del tutto fuori di testa. Era certa che Blake non avrebbe più voluto rivederla. Probabilmente sarebbe tornato da Vivian.

Più di ogni altra cosa desiderava spiegargli l'accaduto. Ma come poteva farlo? Che cosa avrebbe potuto dire? Che aveva avuto un improvviso impulso di mordergli il collo? Di nutrirsi di lui? Di bere il suo sangue? Che era scappata via per proteggerlo?

Certo, questo avrebbe potuto fargli mettere l'anima in pace, lei pensò.

Voleva che le cose si aggiustassero. Voleva rivederlo. Ma non aveva alcuna idea di come spiegargli. Non era solo questo; aveva anche paura di stare vicino a lui; non si fidava più di se stessa ora. Che cosa sarebbe successo se quell'impulso l'avesse sopraffatta di nuovo? E se stavolta gli avesse davvero fatto del male?

Scarlet scoppiò in lacrime, mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente. Era destinata a stare lontana per sempre dai ragazzi?

No. Doveva tentare. Doveva almeno tentare di aggiustare le cose. Doveva provare in qualche modo a fornire una spiegazione. Un'altra ragione per fare sì che lui non la odiasse. Anche se non avesse più voluto rivederla, lei non poteva lasciare le cose così com'erano. E, nel profondo del suo cuore, una parte di lei osava anche sperare che forse quello poteva essere considerato un episodio, per quanto assurdo, e che avrebbero potuto superare la cosa stando ancora insieme. Dopotutto, se si fossero lasciati l'accaduto alle spalle, avrebbero potuto superare qualsiasi cosa.

Scarlet iniziava a sentirsi leggermente meglio. Si asciugò le lacrime, afferrò un fazzoletto, si soffiò il naso e tirò fuori il cellulare. Cercò il nome di Blake nella rubrica e cominciò a digitare un sms.

Poi si fermò. Che cosa poteva dire?

Mi dispiace così tanto per quello che è accaduto oggi.

Lo cancellò. Era fin troppo generico.

Non so che cosa mi sia preso oggi.

Cancellò anche quel messaggio. Non suonava efficace. Lei aveva bisogno di trovare una frase che esprimesse l'equilibrio perfetto, un insieme convincente di scuse, in modo da sperare ancora che le cose non fossero cambiate per sempre. Aveva anche bisogno di sottolineare quanto fosse stata bene con lui, prima di quel momento.

Chiuse gli occhi e sospirò, riflettendo profondamente. Forza, coraggio, si disse per darsi forza.

Cominciò a digitare.

Sono stata benissimo con te oggi. Mi spiace così tanto che sia finita in quel modo. C'era un motivo per cui sono dovuta andar via in quella maniera, ma non posso spiegartelo. So che è difficile da comprendere, ma spero che tu lo farai. Voglio solo che tu sappia che sono stata proprio bene, e mi dispiace. E spero che ci rivedremo di nuovo.

Scarlet stette a guardare il messaggio a lungo, poi finalmente si convinse a inviarlo.

Lo vide partire.

Il messaggio non era perfetto. Pensò già al modo in cui avrebbe potuto riscriverlo, in un milione di modi diversi. E una parte di lei si era già pentita di averlo spedito. Forse era troppo disperato. Forse era troppo criptico.

Ad ogni modo. Era stato spedito. Almeno, lui sapeva di piacerle ancora, e che intendeva rivederlo.

Lei sapeva che Blake aveva il cellulare con sé ogni istante della giornata. Sapeva che avrebbe ricevuto subito il messaggio. E che rispondeva sempre ai suoi sms nell'arco di secondi.

Scarlet tremava mentre aspettava la risposta.

Si poggiò il cellulare in grembo e chiuse gli occhi, respirando lentamente, attendendo una vibrazione. Desiderò che vibrasse.

Coraggio, lei pensò. Rispondimi.

Se ne stette seduta lì, in attesa, per quella che sembrò un'eternità. Continuava a riaggiornare il cellulare. Dopo pochi minuti, lo spense e riaccese persino, nel caso in cui qualcosa non funzionasse. Poi, guardò l'orologio. Trascorsero due minuti.

Poi cinque.

Poi dieci.

Gettò il cellulare sulla scrivania, mentre le lacrime spuntavano di nuovo. Chiaramente non intendeva risponderle. Come poteva biasimarlo? Neanche lei lo avrebbe fatto, probabilmente.

Dunque era così. Era finita.

Poi, improvvisamente, il cellulare vibrò.

Lei si allungò e lo raccolse dalla scrivania.

Ma il cuore le si fermò nel vedere che non si trattava di un messaggio di Blake. Bensì di Maria.

Non posso credere che tu abbia saltato la lezione in quel modo. Allora … com'è andato l'appuntamento con Blake?

Scarlet sospirò. Non aveva idea di come risponderle.

Non preoccuparti. Non lo rifarò di nuovo. Tra di noi è finita.

Davvero? Accidenti. Perché? Vivian?

No. Non lei. E' solo che …

Scarlet si fermò, chiedendosi che cosa dire.

… non ha funzionato.

Dimmi.

Scarlet sospirò. Voleva davvero cambiare argomento.

Niente da dire. E tu?

Accidenti, non riesco a smettere di pensare al nuovo ragazzo. Sage. Ho avuto dei nuovi dettagli oggi.

Scarlet era esausta e non voleva davvero continuare la conversazione via sms. Non voleva saperne più niente di gossip e allusioni relativi al nuovo ragazzo — o a nessun altro. Voleva solo scomparire dal mondo.

Ma Maria era la sua migliore amica, e quindi doveva assecondarla.

Ha una sorella e un cugino. Comunque non frequentano la nostra scuola. Lui si è trasferito da una scuola privata. Ho sentito che è ricco. Ma ricchissimo.

A Scarlet non importava. Voleva soltanto che la conversazione terminasse.

Fortunatamente, prima che potesse digitare il testo del messaggio, gliene arrivò un altro —stavolta da Jasmin.

Oh mio Dio, che cosa sta accadendo sulla tua bacheca su Facebook?

Scarlet lo lesse con sorpresa.

Che cosa vuoi dire?

Prima che l'amica potesse rispondere, Scarlet afferrò il portatile, lo aprì e entrò sulla sua pagina su Facebook.

Il cuore le crollò. Vivian aveva postato un messaggio sulla sua bacheca.

Bel tentativo di rubare Blake. Non ha funzionato. Dopo averti buttato via, è tornato da noi. Sapevo che ti avrebbe buttato via. Sono solo sorpresa che sia accaduto tanto presto.

Scarlet respirò bruscamente, completamente sbalordita. Vide diversi commenti delle sue amiche a quel post, e vide che si era diffuso sulle bacheche di molte persone. Vide anche che Vivian lo aveva postato su Twitter, e che era stato ritwittato da tutti gli amici di Vivian.

Scarlet era esterrefatta. Non si era mai sentita più imbarazzata. Cancellò il messaggio sulla sua bacheca, bloccò Vivian, poi entrò nelle impostazioni e le cambiò, così che soltanto i suoi amici potessero postare. Ma fu inutile — chiaramente, il danno era già stato fatto. Ora, l'intera scuola pensava che lei rubasse i fidanzati alle altre ragazze. E che lei era stata scaricata.

Il volto le si fece rosso. Era così arrabbiata, che voleva uscire e andare a strangolare Vivian. Non sapeva che cosa fare.

Mise bruscamente giù il portatile, e uscì fuori dalla sua stanza. Scese le scale, senza sapere dove andare o che cosa fare. Tutto ciò che sapeva era che aveva bisogno di aria.

“Vieni Ruth,” disse.

Lei afferrò il guinzaglio e Ruth saltò con eccitazione, seguendola fuori dalla porta e per gli scalini del portico.

Scarlet scese gli scalini, con lo sguardo basso fisso ai suoi piedi, e continuò così finché non si trovò sul marciapiedi e guardò in alto, vedendolo fermo di fronte a lei.

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